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L’inquinamento causato dalle fibre sintetiche dei vestiti

Si parla sempre più spesso delle fibre sintetiche usate nella moda per diversi capi d’abbigliamento, e ora, una recente ricerca scientifica pubblicata su Nature Scientific Reports, ha rilevato che la principale fonte d’inquinamento da microplastiche degli oceani è causata dal lavaggio dei capi in fibra sintetica. Ciò che ruota attorno all’industria del settore produce
il 20% delle acque reflue di tutto il mondo, e il 10% delle emissioni globali di anidride carbonica, non dimenticando i danni provocati dalle tinture tessili, la quantità di acqua impressionante che serve, ad esempio, per creare un paio di jeans, i rifiuti, e tutti i lavaggi successivi che ogni anno rilasciano negli oceani le microfibre.

Tra gli impatti negativi, a causare l’inquinamento, anche l’utilizzo delle fibre sintetiche

Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, Unep, ritiene che se non ci saranno cambiamenti in questo senso, l’industria della moda sarà responsabile di un quarto del bilancio mondiale di emissioni di anidride carbonica entro il 2050. I risultati dello studio di alcuni ricercatori del Cnr, intitolato “Il contributo dei processi di lavaggio degli abiti sintetici all’inquinamento da microplastiche”, determinati anche da prove di lavaggio in lavatrice, e analizzando le acque di scarico raccolte, hanno mostrato che la quantità di microfibre rilasciata si aggira attorno a 124 e 308 mg/kg di tessuto lavato, in base al tipo d’indumento, e corrisponde a un numero di microfibre compreso tra 640mila e un milione e 500mila.

inquinamento mare, fibre sintetiche

In campo sugli abiti costituiti da fibre sintetiche scende anche l’arte. La fotografa britannica Mandy Barker ha infatti in progetto un nuovo lavoro: “Se non vi vestite di lana, cotone, o altre fibre naturali, molto probabilmente vi vestite di plastica”, ha dichiarato, ricordando come attraverso ogni lavaggio migliaia di fibre sintetiche invisibili finiscono nelle tubature, e quindi in mare, dove vengono ingerite dalla popolazione marina, e di conseguenza dagli esseri umani.

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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