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Napoli, arrestato dopo 14 anni il superlatitante Marco Di Lauro

NAPOLI. Quando gli uomini sono entrati in casa lo hanno trovato intento a mangiare un piatto di pasta asciutta e dei pistacchi. Nell’altra stanza c’era la sua compagna, intenta a fare le faccende domestiche. E’ finita così la latitanza di Marco Di Lauro, rampollo del clan di Secondigliano, latitante da 14 anni, tra i 4 latitanti considerati più pericolosi nell’ambito dei clan della camorra. L’uomo non ha opposto alcuna resistenza. Da tempo gli investigatori sospettavano che Di Lauro non fosse lontano e sicuramente ben “mimetizzato”. In effetti il 39enne stava conducendo una vita da cittadino normale, occupando un alloggio abbastanza modesto. Niente sfarzo, niente auto di lusso con l’obiettivo di passare inosservato. Ma questo non esclude che abbia goduto di una fitta rete di protezione, forse anche da parte di insospettabili.

Nell’abitazione non sono state trovate armi e con sè il latitante aveva una modesta somma di denaro – quello che basta per fare gli acquisti per appena una settimana. L’uomo si è lasciato portare via tranquillamente. A suo carico pende una condanna definitiva a 11 anni e 4 mesi per associazione a delinquere e un’ordinanza di custodia cautelare per traffico di droga.

I fari degli investigatori da tempo erano puntati nella zona a nord di Napoli. Il cerchio si stava stringendo da alcuni giorni e nel pomeriggio di ieri c’è stato il blitz che ha portato all’arresto e che ha visti impegnati circa 150 uomini. Prima di lasciarsi portare via dagli uomini delle forze dell’ordine che lo hanno condotto negli uffici della questura Di Lauro ha espresso preoccupazione per i due gatti che fino a qualche ora prima gli tenevano compagnia. Secondo gli investigatori in questi anni il latitante aveva preso le redini del clan Di Lauro (che non ha più la potenza militare ed economica del 2004), guidato una volta dal padre, Paolo, conosciuto come “Ciruzzo o’ milionario” per la sua disponibilità finanziaria.

Le forze dell’ordine (polizia, carabinieri e guardia di finanza) da anni lo inseguivano sia in Italia che all’estero: anni di pedinamenti, appostamenti, intercettazioni telefoniche. L’uomo non avrebbe mai commesso un passo falso. Lo hanno bloccato, nel primo pomeriggio di oggi, in un modesto appartamento di una anonima palazzina di via Emilio Scaglione, alla periferia di Napoli ad una manciata di chilometri da Secondigliano, dove una volta c’era il quartiere generale del clan che è stato protagonista tra il 2003 ed il 2005 di una faida tra gli uomini fedeli al clan e quelli che volevano mettersi in proprio e per questo definiti gli “scissionisti” o i “girati”.

Anche il premier Conte ha espresso soddisfazione per l’arresto di Di Lauro, così come parole di elogio alle forze dell’ordine sono giunte dai ministri Matteo Salvini e Alfonso Bonafede oltre che dal presidente della Commissione antimafia Nicola Morra.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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