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Oggi il Consiglio dei Ministri rivedrà il progetto della Tav

ROMA. “L’obiettivo è rivedere il progetto, risparmiare dove si può risparmiare e andare avanti”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini sulla Tav, al suo arrivo questa mattina a Iglesias per un incontro elettorale in vista delle regionali di domenica prossima in Sardegna. E sull’accusa di voto di scambio mossa da Matteo Renzi, il leader della Lega ribatte: “Renzi e il Pd mi fanno tenerezza, non sanno più a cosa attaccarsi. Non commento, non perdo tempo a commentare le sciocchezze del Pd”.

“Oggi chiederò ai colleghi in Consiglio dei Ministri di rendere noto a tutto il governo se effettivamente la Tav è stata congelata o no”, commenta Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche Agricole e Turismo. E nel giorno in cui alla Camera sarà votata la mozione concordata che ha sancito la tregua armata M5S-Lega sulla questione Tav sulla proposta di ridiscutere il progetto, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, si è detto favorevole all’opera. “Tutti i cantieri pubblici già cominciati, quelli che sono stati già oggetto di contratti, di trattati, di accordi internazionali, devono realizzarsi”, ha detto ad un giornalista della tv francese riguardo proprio la Torino-Lione. “Ridiscutere integralmente il progetto della Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”: rimanda al contratto di governo la mozione sulla Tav, a firma del capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che sarà messa in votazione oggi, quando l’Aula di Montecitorio esaminerà anche la mozione sì Tav di Forza Italia. La maggioranza sceglie così di non scegliere, in barba all’ultimatum dell’Unione Europea sul rischio fondi. Per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, approvare il documento significa “mettere una pietra tombale” sull’opera, ma a chiarirne il senso arrivano le parole dello stesso Molinari: la posizione della Lega, dice, “resta la stessa”, ovvero “valutare come realizzare quest’opera nel rispetto degli accordi internazionali”.

In sostanza, dopo il caso Diciotti, i due partiti di governo hanno deciso per una tregua armata in vista della conclusione della tornata delle elezioni amministrative e delle prossime europee. Il progetto rimane nel cassetto di Matteo Salvini,si ragiona in ambienti della maggioranza, pronto per essere tirato fuori al momento opportuno. Nessuno stop alla nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, assicura il capogruppo del Carroccio. Intanto le opposizioni attaccano parlando di uno scambio di favori tra gli alleati di di governo, dopo il caso Diciotti. In barba alle indicazioni dell’Ue, che durante il consiglio d’amministrazione di Telt, ieri a Parigi, ha dato un mese di tempo per la pubblicazione dei bandi di gara.

A rischio, in caso di ulteriori ritardi, 300 degli 813 milioni di euro di fondi europei. “Salvini ha ceduto, si palesa lo scambio tra il No alla Tav e la non autorizzazione a procedere sul caso Diciotti”, sostiene il parlamentare dem Davide Gariglio, membro della Commissione Traporti alla Camera. Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, parla di una mozione “incomprensibile e inaccettabile”, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni di “condanna dell’Italia a far parte del terzo mondo”. Critico anche il sistema delle imprese, che chiede di ritirare la mozione. “Ridiscutere con la Francia non vuole assolutamente dire bloccare la Tav, ma a Salvini e Molinari chiedo che diano un termine di un mesi”, è l’appello di Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti e sostenitore della prima ora della Torino-Lione, che domani mattina sarà davanti a Montecitorio per la prima manifestazione sì Tav, dopo le due di Torino, a Roma.

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