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Piercing da simbolo trasgressivo a gioiello prezioso

La gioielleria reinventa il piercing ed è subito successo.

Un tempo, il piercing era simbolo delle sottoculture giovanili. Nato negli anni ’60 ne ha fatta di strada. Ancora per molti rimane un assurdo orpello.
Da “to pierce” cioè “perforare” non è altro che la pratica di forare alcune parti superficiali del corpo allo scopo di introdurre oggetti quale ornamento o pratica rituale. Conosciamo tutti la pratica del buco all’orecchio e da sempre gli orecchini rappresentano un gioiello molto utilizzato. Ma il piercing è altra cosa.

Un po’ di storia

Forse pochi sanno che bucare l’orecchio rappresenta una pratica antichissima che troviamo addirittura nella preistoria: lo scopo era di distinguere ruoli differenti all’interno di una tribù. Ancora oggi succede nel Borneo dove la perforazione delle orecchie rappresenta un rito di passaggio nei giovani uomini: entrambi i genitori perforano un lobo dell’orecchio simboleggiando la dipendenza del figlio dai suoi genitori.

A Palenque fu trovato un bassorilievo che raffigura una persona con un dilatatore al lobo dell’orecchio. Troviamo inoltre orecchini citati nella Bibbia: nel Libro dell’esodo 32, Aronne fonde gli orecchini per farne il vitello d’oro. Ricordiamo il Deuteronomio 15:12-17 che dispone la perforazione dell’orecchio per lo schiavo che sceglie di non venire liberato. Niente di nuovo, insomma.

Anche tra i marinai era usanza portare un orecchino d’oro all’orecchio perché erano convinti che forare il proprio lobo acuisse la vista, quindi potessero ambire al posto di vedetta, che tra di loro era il più prestigioso. Inoltre lo portavano anche perché al momento della propria morte in mare, fossero stati anche trascinati dalla corrente e portati a riva, con gli orecchini si sarebbe potuta pagare una sepoltura degna o il loro spirito non avrebbe avuto pace eternamente. Si mormora pure che fosse un modo per i marinai di comunicare la propria disponibilità a rapporti omosessuali, portando l’orecchino al lobo destro invece che al sinistro, dove solitamente era posto.

Dai tempi che furono ad oggi sono cambiate molte abitudini e le parti del corpo soggette ad essere bucate sono aumentate esponenzialmente: orecchio, sopracciglio, narice e setto nasale, labbro, lingua, capezzolo, ombelico ed organi genitali: glande, prepuzio e scroto nell’uomo e piccole e grandi labbra, prepuzio clitorideo e monte di venere nella donna.

Piercing
Piercing (Pexels)

Perchè è diventato “cool”

Cioè “di moda”. Potrebbe essere per motivi religiosi, spirituali, per tradizione, erotismo, conformismo, identificazione con una qualsiasi cultura o sottocultura, sta di fatto che dando un occhio in spiaggia, risulta davvero difficile trovare un corpo che non sia stato opportunamente bucato in qualche sua parte. Un po’ lo stesso discorso si potrebbe fare per i tatuaggi ma sono ben altra cosa.

La tendenza, poi, ha visto il passaggio da un unico foro ad entrambi i lobi femminili al doppio foro; di seguito non è stata più una questione di genere e ci siamo abituati, attraverso personaggi famosi, che un piercing al naso o un “setum” poteva essere concepito come un gioiello vero e proprio, quindi sono cambiate tutte le regole di questo accessorio che man mano si è trasformato in una scelta estetica da accompagnare ad un determinato outfit.

A trasformare il piercing in un pezzo di gioielleria contemporanea, è stata per prima Delfin Delettrez, nuovo direttore creativo della gioielleria di Fendi; ne ha proposti dei pezzi con diamanti, pietre preziose, perle, dando il via ad un vera passione che ha subito sancito un reale successo.
Le case di moda importanti hanno iniziato a sfoggiarlo sulle passerelle e da Dior a Givenchy ci siamo abituati a ritenerlo un ulteriore vezzo, talvolta prezioso, non di certo un atto di ribellione, come poteva ritenersi vent’anni addietro.

Lous and the Yakuza
Lous and the Yakuza

Poi certo non piace a tutti e molti genitori storcono il naso quando un figlio decide per un piercing, ma è utile sapere che molte star che sfoggiano sfavillanti piercing a favore di fotografo, ne utilizzano di finti. Lo testimonia la bellissima Lous and the Yakuza, cantante africana che unisce il pop francofono al trap.

I suoi capelli color carota, il taglio a caschetto spettinato sono perfetti con il piercing al naso ma lei stessa confessa che il suo “septum”, cioè il piercing che si ottiene forando la cartilagine che separa le due narici, alla base del naso, è finto. Non avendo il coraggio di farsi forare realmente il naso ne ha acquistato uno che si applica a molla. Ed il risultato è comunque strepitoso.

D’ora in poi l’attenzione non sarà più sulla stravaganza di chi possiede un piercing ma sulla fantasia e la bellezza del pezzo che viene utilizzato come un vero gioiello e come tale impreziosisce chi lo indossa.

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Cristina Baron

Nata a Brescia, a 18 anni mi sono trasferita a Londra per un periodo. Al ritorno ho conseguito a Milano la laurea in Scienze Politiche con indirizzo internazionale pubblicistico. Vivo a Torino da 30 anni ed ho un figlio. Mi sono sempre occupata di scrittura anche ricoprendo ruoli imprenditoriali. Ho scritto e pubblicato due romanzi e ne ho altri nel cassetto. Il mio lavoro, la mia vita sono da sempre accompagnati da incessante curiosità ed inguaribile passione.

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