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Rapporto Ecomafia, aumentano i reati ambientali nel 2020: sono 95 ogni ora

Ambiente sotto attacco: codice rosso per boschi e fauna. 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1%). 8.193 quelli contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Illeciti in calo ma più arresti (+15,2%) nel ciclo dei rifiuti e più persone denunciate in quello del cemento (+23,1%)

Nell’anno considerato nero per via della diffusione della pandemia, il 2020, l’Ecomafia non conosce lockdown e pause, né risparmia l’ambiente. A fotografare la situazione è il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato da Legambiente con il sostegno di Cobat e Novamont e edito da Edizioni Ambiente.  Presentato oggi in conferenza stampa a Roma, ha analizzato i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Nel 2020, nonostante la flessione dei controlli passati da 1.694.093 del 2019 a 1.415.907 del 2020 (- 17% rispetto al 2019), i reati ambientali toccano quota 34.867 (+0,6% rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno,  4 ogni ora. Cresce inoltre il numero dei sequestri effettuati (11.427 in totale, +25,4%).

Il Sud Italia è la zona maggiormente colpita da illeciti ambientali

Sempre alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019 erano stati “soltanto” 86. Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro (- 0,9% sul 2019). Crescono gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro (+2,6 sul 2019).

Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono inoltre le regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la Calabria. La Lombardia resta la regione con il maggior numeri di arresti.  Preoccupante anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi, ben 32, dei quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021. Legambiente ha sottolineato che si tratta di un quadro preoccupante in particolar modo perché gran parte degli illeciti analizzati nel rapporto sono avvenuti in un periodo temporale nel quale numerose aziende sono state costrette alla chiusura forzata a causa dei lockdown imposti dal governo.

Oltre 2300 le persone denunciate e 824 gli arresti

Sono stati 883 i procedimenti penali aperti (in leggera flessione rispetto al 2019, quando erano stati 894), con 2.314 soggetti denunciati e 824 arresti. E il numero più alto di procedimenti, ben 477, ha riguardato il delitto di inquinamento ambientale. Una delle poche note positive riguarda il numero crescente di Procure che hanno risposto all’appello del ministero per monitorare l’applicazione della legge 68 del 2015 (dei delitti contro l’ambiente) : è stato superato l’88% degli uffici competenti (l’anno precedente l’80%). Si tratta della percentuale più alta di sempre, segno evidente di una sensibilità crescente verso i crimini ambientali anche all’interno dell’ordinamento giudiziario.

ecomafia

Italia, ambiente sotto attacco: flora e fauna a rischio

Nel 2020 in Italia è codice rosso per boschi e fauna. Sono 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1% rispetto al 2019) e 8.193 gli illeciti contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Da soli, i reati contro la fauna rappresentano il 23,5% del totale dei reati ambientali, con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri effettuati e 33 arresti. Però secondo l’associazione ambientalista italiana si tratta di numeri in difetto rispetto alla realtà in quanto il numero di controlli effettuati sono stati esigui. Inoltre si denuncia la scarsa efficacia del sistema sanzionatorio: le pene non sono adeguate rispetto alla gravità dei fatti commessi.

Nel 2020 il ciclo illegale dei rifiuti ha generato 10,4 miliardi di euro

Si registra una flessione dei reati legati al ciclo dei rifiuti, che in termini di illeciti accertati registra un -12,7% rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Reati in leggera flessione anche nel ciclo del cemento (-0,8%), con una crescita, però, delle persone denunciate (13.083, con un +23,1% rispetto al 2019). Le inchieste sviluppate contro i traffici organizzati di rifiuti sono state 27 nel 2020, in crescita rispetto al 2019, a cui se ne devono aggiungere altre 23 registrate da Legambiente dal 1° gennaio al 15 settembre di quest’anno.

Dati che si riflettono anche sul valore complessivo del fatturato illegale, stimato da Legambiente nel 2020 in 10,4 miliardi di euro, mentre aumenta quello sugli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani, che ha toccato quota 11,2 miliardi di euro.

Gli abbattimenti degli abusi edilizi, infine, sono al palo: dal 2004 al 2021 emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state eseguite solo il 32,9%, con significative differenze tra Nord e Sud. La Puglia ha il record negativo con il 4%.

Archeomafia e Agromafia

Aumentano i controlli sugli scavi clandestini e il traffico clandestino di opere d’arte e reperti archeologici (11.801, una media di 32 al giorno, con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 32%), ma diminuiscono i furti (-18%), le persone denunciate e gli arresti. Il Lazio, con il 14,7% del totale nazionale, è la regione dove si registra il maggior numero di furti, seguita da Puglia (11,6%), Toscana (10,6%) e Campania, con il 9%.

Diminuiscono i reati e gli illeciti amministrativi legati al comparto agroalimentare (-37%): al primo posto della classifica di questa tipologia di illeciti ci sono le importazioni di prodotti alimentari, ben 8.786, seguito da quello sui prodotti ittici in generale (6.844 reati commessi), che è anche quello dove è stato svolto il maggior numero di controlli, con oltre 106mila ispezioni. Nel corso del 2020, infine, sono stati 293 i reati di caporalato accertati, ossia 0,80 al giorno, sabato e domenica compresi, 254 le denunce penali e amministrative presentate e 43 gli arresti.

Inoltre secondo i dati dell’Osservatorio di Assobioplastiche, un quarto delle borse di plastica consumate in Italia non sarebbero ancora a norma: sono finite sotto sequestro più di 15 tonnellate di shopper prodotte con materiali non rispondenti ai requisiti di legge.

Fontana (Legambiente): “Urgono alcune modifiche al quadro normativo sui reati contro l’ambiente”

I dati del Rapporto Ecomafia – ha dichiarato Enrico Fontana, responsabile osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – confermano l’urgenza di completare il quadro normativo a tutela dello straordinario patrimonio ambientale e culturale del nostro Paese, della salute dei cittadini e della buona economia“. Fontana sottolinea poi la necessità di rimediare quanto prima a due errori commessi dalle istituzioni:

  • Quello commesso dal governo e Parlamento nell’approvazione della riforma del Codice penale, avvenuta a settembre del 2021, a causa della quale, scatterà la tagliola dell’improcedibilità per i delitti contro l’ambiente, per i quali deve invece essere garantito tutto il tempo necessario per fare giustizia;
  • L’interpretazione restrittiva da parte del ministero dell’Interno della norma che introduce il potere sostitutivo dei prefetti di fronte all’inadempienza dei comuni, che emettono ma non eseguono ordinanze di demolizione di immobili abusivi, la cui applicazione riguarderebbe solo le ordinanze di demolizione emesse dopo l’approvazione della legge 120/2020, il cosiddetto decreto Semplificazioni entrato in vigore il 15 settembre del 2020.

Le principali proposte di Legambiente

  1. Inserire i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l’improcedibilità;
  2. Approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali;
  3. Ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi;
  4. Inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente;
  5. Garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.
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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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