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Via libera del Governo a reddito e pensioni: si investono 22 miliardi

ROMA. Il Consiglio dei Ministri, in una riunione lampo all’ora di cena, ha approvato il Decreto che contiene i due provvedimenti più importanti ed attesi: il Reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con l’introduzione di Quota 100.
Il costo per la loro attuazione è complessivamente di 22 miliardi.
Il varo del decreto è stato annunciato in conferenza congiunta dal Premier Giuseppe Conte con i due vice-Premier Salvini e Di Maio, che hanno commentato “Oggi abbiamo dato il via a due iniziative che cambiano la vita a milioni di persone”. Il Reddito di Cittadinanza entrerà in vigore ad aprile ed avrà i suoi effetti pratici a maggio; verrà concesso a tutti coloro che sono in difficoltà e in una famiglia possono fruirne diversi esponenti, purchè siano maggiorenni. Sono esclusi coloro che si sono licenziati negli ultimi mesi nella speranza di poter godere di questa misura. Il reddito base di 780 euro verrà erogato con una carta di credito. “Chi trasgredirà verrà punito severamente”, assicura il Ministro Di Maio.

Quota 100 permetterà a tante persone di andare in pensione che hanno compiuto 62 anni e 38 di lavoro; i dipendenti del settore privato possono andare in pensione subito; quelli del settore pubblico solo dopo agosto. “Contiamo che questo provvedimento possa aprire le porte a molti giovani che sono alla ricerca di un impiego”. Il Ministro degli Interni euforico per il risultato centrato ha fatto una anticipazione, dicendo “Grazie Giuseppe (Conte), grazie Luigi (Di Maio) per l’ottimo risultato che abbiamo raggiunto, che cambierà l’Italia. Andremo avanti per 10 anni”. Una previsione che non mancherà di scuotere il mondo della politica.

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ORE DECISIVE PER REDDITO E PENSIONI

ROMA. Oggi è una giornata cruciale per l’Italia. Questa sera il Consiglio dei ministri dovrà dare attuazione ai due cardini dell’accordo politico alla base della nascita della maggioranza, fornata da due partners che hanno idee differenti su diversi temi. Dopo averli inseriti nel Piano Finanziario approvato, in tutta fretta, a fine anno, adesso è tempo di dare attuazione a reddito di cittadinanza per i senza lavoro e Quota 100 per le pensioni.

Due misure, indubbiamente innovative, che sono attese da milioni di italiani che secondo le promesse fatte dovranno avere efficacia entro aprile. A poche ore dall’inizio del Consiglio dei Ministri i leader di Movimento5 Stelle e Lega si dimostrano ottimisti sulla possibilità che i due provvedimenti, che assorbono una ventina di miliardi, ricevano il via libera definitivo. Assicurano che tutto è a posto, dopo che nella giornata di ieri (mercoledi 17 gennaio) tanti tasselli amministrativi non sembravano a posto. Si tratta delle “Bollinature” della Ragioneria dello Stato che non erano state fatte perchè mancavano i testi definiti e la relazione tecnica che devono necessariamente accompagnare il documento con Reddito di cittadinanza e Quota 100.

In realtà dietro a questo giro di timbri e carte sembrava esserci un problema ben più serio: i numeri che non tornavano, nel senso che le cifre finali sembravano decisamente più alte di quello che lo Stato può spendere per dare un assegno a chi non ha lavoro e mandare in pensione prima un certo numero di italiane e italiani. Era proprio su Quota 100 che i conti non tornavano, soprattutto perché è emersa una maggiore e imprevista spesa nel pagare subito il Tfr agli statali, aspetto che è molto caldeggiato dalla Lega, dopo le rimostranze veementi degli impiegati pubblici. Una via era stata trovata con l’ausilio delle banche, che ben volentieri accettavano di anticipare di un anno le somme ai futuri pensionati, ovviamente con la corresponsione di interessi, tra l’altro con tassi decisamente alti. Chi li paga? Tocca allo Stato, ma come, questo è il punto.
La soluzione più semplice sarebbe che il Tfr fosse erogato immediatamente con le banche che si fanno carico della maggior parte degli oneri e dei costi finanziari.

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