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Scaldarsi con la legna rispettando cinque regole per la salute e l’ambiente

In Italia dà ancora un senso di tepore domestico scaldarsi usando la legna. Qualche mese fa l’Associazione Italiana Energie Agroforestali e l’Unione Nazionale Comuni Enti Montani hanno siglato un protocollo d’intesa triennale che prevede una serie di azioni congiunte per la valorizzazione delle biomasse legnose in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Infatti i Comuni delle aree montane sono fondamentali nel governare l’ecosistema di 11 milioni di ettari degli Appennini e delle Alpi, un equilibrio delicato che si riversa anche sull’abbattimento degli alberi per la legna.

Lo storico riscaldamento domestico a biomasse, in egual misura, è da considerare molto importante per le zone montane e i numerosissimi paesi non metanizzati. Di conseguenza attuare azioni che favoriscano la valorizzazione energetica delle biomasse forestali, nel pieno rispetto della gestione forestale sostenibile e responsabile, risulta essere determinante.

Non si tratta solo di un modo di vivere, poiché scaldare e cucinare a legna significa anche risparmiare. Bisogna, però, seguire alcune norme, come quelle della campagna “Brucia bene la legna. Non bruciarti la salute” del progetto Prepair sulla qualità dell’aria, riguardanti il corretto utilizzo della legna come combustibile, e le strategie per ridurre l’inquinamento, in quanto le evidenze scientifiche mostrano che le emissioni di polveri fini e composti tossici dei piccoli apparecchi a legna, come caminetti, stufe, inserti sono molto alte nell’aria che si respira.

Da rispettare, quindi, ci sono cinque regole: utilizzare un apparecchio efficiente e moderno, se possibile a pellet; non bruciare giornali, o altri materiali diversi dalla legna; bruciare solo legna asciutta e stagionata, o pellet certificato; accendere il fuoco dall’alto con accendi-fuoco, o pezzi di legna più piccoli; effettuare la manutenzione periodica del camino, o stufa.



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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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