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Scontro Ue e AstraZeneca procede: ritardi vaccini crea allarme, Pfizer rassicura

Lo scontro sui vaccini purtroppo non viene meno, Ue e AstraZeneca continuano a discutere, e la situazione inizia a preoccupare specie quanti hanno già ricevuto la prima dose di vaccino. Cosa potrebbe succedere a causa dei ritardi, si chiedono in tanti, quale sarà il piano di azione? Partiamo col dire che in Italia sono state vaccinate completamente oltre 290.000 persone mentre le dosi somministrate ad oggi sono state oltre 1.6 milioni. Se da un lato prosegue lo scontro e l’Italia chiede all’azienda un piano chiaro per le consegne, allo stesso tempo Pfizer dalla sua pare rassicurare sulle tensioni degli ultimi giorni “L’Italia avrà le sue dosi anche se fa causa”. Vediamo sulla questione anche le dichiarazioni che ha rilasciato Cesare Damiano, in una delle sue ultime note stampa.

Vaccini sul grave ritardo di Pzifer e AstraZeneca interviene Damiano: correre ai ripari

In estrema sintesi il già ministro del Lavoro e Presidente del centro studi Lavoro&Welfare, nella sua ultima nota Stampa ripresa dall’Ansa si dice basito dai ritardi sulle dosi vaccinali che dovevano giungere in Italia e si sono arenate: “Servono 236mila dosi al giorno non 76mila, si corra ai ripari”

Ecco le sue considerazioni sul fatto che si debba accelerare quanto prima l’approvazione di nuovi vaccini da parte dell’Ema, altrimenti non si riuscirà a raggiungere il traguardo dell’immunità di gregge, si devono rapidamente trovare delle soluzioni specie alla luce del ritardo delle consegne sui vaccini già approvati: Si impone un chiarimento e un ripristino della quantità delle consegne e, soprattutto, si rende necessario accelerare l’approvazione di nuovi vaccini da parte dell’Ema, l’Agenzia Europea per i medicinali, se si vuole tenere il passo per raggiungere il traguardo della cosiddetta immunità di gregge”.

Poi Damiano partendo dai calcoli del Centro studi spiega che ogni giorno servirebbero almeno 236 mila dosi, risultato ambizioso, certo, ma ad oggi davvero lontanissimo dalle dosi distribuite, e ancora più lontano se si pensa ai continui rinvii nelle consegne degli ultimi giorni. In base ai calcoli del centro studi, riferisce Damiano “l’obiettivo rimane quello di vaccinare 40 milioni di cittadini, i due terzi della popolazione italiana, entro la fine dell’anno, includendo anche il ‘richiamo’: quindi, 80 milioni di dosi. Questo significa, dal primo febbraio al 31 dicembre (restano 334 giorni), che occorre somministrare ogni giorno circa 236.000 dosi. Fino al 16 gennaio ne abbiamo somministrate in media 76.000 al giorno (primi in Europa) e, nell’ultima settimana, siamo scesi a 30.000 a causa delle mancate consegne”.

Vaccini, se non si fa in fretta il Covid non verrà sconfitto

Damiano su tutte queste diatribe che in questi giorni stanno riguardando i ritardi circa le dosi spettanti in Italia, fa una riflessione che va oltre le polemiche e dice preoccupato, se non si darà qualcosa per velocizzare la somministrazione dei vaccini, questo nemico invisibile continuerà a far parte, purtroppo, a lungo delle nostre vite.

Ecco le sue conclusioni: “Una seria riflessione andrebbe fatta perché dalla velocità della vaccinazione dipende in gran parte la sconfitta del Covid: l’Europa deve correre ai ripari rapidamente”

Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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