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Scuola – famiglia oggi: un’alleanza da rinnovare

Nella realtà contemporanea la scuola, con la famiglia, ha perso il ruolo esclusivo di istituzione chiamata ad informare e a formare i giovani, che sono spesso attirati da molteplici e forti messaggi, destinati ad incidere sulla loro preparazione alla vita. Si tratta sovente di stimoli che arrivano da lontano attraverso le moderne tecnologie dell’informazione, le quali, e questo è il guaio, diffondono notizie incontrollate, quindi senza la possibilità per chi le riceve di fare una valutazione critica.

Scuola e famiglia ieri

Fino a qualche tempo fa così non era, perché la scuola come istituzione aveva il monopolio di fornire informazione e formazione, svolgendo un ruolo educativo fondamentale accanto alla famiglia, che però contribuiva solo marginalmente all’attività educativa. Il ruolo marginale della famiglia era dovuto al fatto che la famiglia delegava all’istituzione scolastica il compito di educare e si adeguava alle indicazioni dei docenti.

Un esempio banale: se quarant’anni fa l’allievo tornava a casa con una valutazione negativa e magari cercava di giustificarsi per il brutto esito, la famiglia alla valutazione negativa conseguita a scuola aggiungeva con la stessa entità le proprie valutazioni negative, condividendo in modo totale il giudizio della scuola. In parole povere si realizzava sempre una completa sintonia tra scuola e famiglia, perché quest’ultima ribadiva, approvandolo, la sentenza dell’istituzione scolastica.

scuola famiglia

Scuola e famiglia oggi

Oggi la realtà è diversa: spesso e volentieri la famiglia, probabilmente fuorviata da tutta una serie di valutazioni, che arrivano dagli organi di stampa, dalla televisione o da internet, parte dal presupposto che il figlio, quindi l’allievo, è “vittima” del sistema scolastico e di conseguenza viene sottoposto dal sistema stesso a trattamenti che rappresentano una vera e propria ingiustizia. Assistiamo a quella che in diritto viene chiamata inversione dell’onere della prova.

Se prima infatti era l’allievo a dover dimostrare che era la scuola ad aver torto, perché trovava nel suo nucleo familiare un sincero alleato della scuola, della quale dovevano essere accettate senza discussione le valutazioni ed i conseguenti giudizi, ora la situazione è capovolta: il figlio, lo studente cioè, ha in via principale ragione, quindi tocca alla scuola dimostrare i motivi delle decisioni e di conseguenza offrire le prove sulle quali si fonda l’eventuale valutazione negativa. Alla base di tutto questo sta una vera mancanza di fiducia da parte della famiglia nei confronti della scuola.

Scuola – famiglia: la nuova alleanza

Mi sembra necessario alla luce di queste impostazione di rapporti ricostruire, magari su un ribadito e rafforzato piano di parità, un rapporto nuovo tra scuola e famiglia, anche alla luce delle recenti sperimentazioni, alle quali la scuola e la famiglia sono state sottoposte con l’attività didattica a distanza.

Da un lato la famiglia deve vedere nella scuola un’istituzione alla quale viene chiesta una collaborazione altamente professionale per provvedere all’educazione dei figli. Ho usato il termine “collaborazione” perché la famiglia non può delegare in toto la funzione educativa. Alla famiglia spetta l’impostazione dell’educazione, alla scuola spetta di contribuire con la dovuta competenza professionale al completamento dell’ iter formativo dell’adolescente o del giovane.

Nel passato, quando era molto radicata la visione dello stato etico, si assegnava con delega totale ed insindacabile alla scuola, in particolare a quella pubblica, il compito di educare e formare. Oggi viene avanti, giustamente, una visione diversa ed è quindi necessaria una collaborazione paritaria tra famiglia, vera titolare del diritto all’educazione dei figli e scuola, in quanto istituzione dotata delle specifiche competenze.

Dall’altro lato la scuola deve contribuire con tutte le risorse specifiche, che possiede, alla formazione dei giovani. Nella scuola l’allievo deve trovare tutti quei modelli, che sono utili perché possono contribuire alla formazione di un cittadino preparato sia dal punto di vista sociale sia da un punto di vista professionale, con le competenze cioè idonee ad inserirlo nella società con il ruolo rispondente alla sua vocazione.

Ritengo importante, all’interno di questo momento della riflessione, inserire una sottolineatura sul rapporto docente-studente. A mio sommesso avviso non è accettabile il rapporto troppo confidenziale tra insegnante e allievo. All’interno della classe hanno ruoli diversi e di conseguenza va sempre rifiutato un rapporto che provochi un annullamento ingiustificato di tale separazione. La confusione dei ruoli non è mai un fatto educativo.

Un nuovo rapporto

Famiglia e scuola, anche alla luce di tutta una serie complessa di messaggi che da più parti in modo incontrollato arrivano ai giovani, hanno il dovere di stringere nuovi rapporti più stretti, di conoscersi meglio. Devono pertanto essere favorite tutte quelle iniziative, che rappresentano l’occasione per approfondire il legame tra le due istituzioni. I percorsi non devono essere paralleli, ma devono essere collegati ed intersecanti. Gli assessorati all’istruzione dei Comuni possono contribuire a favorire questi contatti. L’obiettivo del resto è comune a tutti: formare cittadini che siano costruttori della comunità.

Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative

Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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