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Transistor bipolari: funzionamento, tipologie e applicazioni tipiche

I transistor bipolari sono dei semiconduttori che possono essere acquistati in forma discreta, cioè isolati, oppure già integrati in un sistema. Nel campo elettronico tale elemento può essere utilizzato in vari modi: sia come amplificatori di corrente e di tensione ma anche come interruttori. La versatilità di un transistor bipolare fa sì che sia particolarmente utilizzato nell’elettronica analogica che si interessa di generazione, trasmissione ed elaborazione dei segnali, se ci si dedica a questa branca, quindi, bisognerebbe conoscere il dispositivo più approfonditamente per applicarlo al meglio.

Cosa sono i transistor bipolari e come funzionano

I transistor sono delle componenti elettriche costituite da metalli semiconduttori, in passato, nello specifico nel primo decennio in cui furono ideati, si utilizzava il germanio ma in seguito, quando il componente venne miniaturizzato e utilizzato di per sé e non come prodotto di semilavorazione, il materiale maggiormente diffuso divenne il silicio. Un transistor bipolare è costituito da tre regioni contigue di silicio drogato, ciò vuol dire che non si tratta di una sostanza pura ma di una miscela a cui al metallo sono stati aggiunti altri atomi, così da formare una doppia giunzione p-n che ha differenti proprietà che variano relativamente al modello che si sceglie.

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Tutte le tipologie di transistor bipolari

Un transistor è costituito da una cupola in materiale plastico da cui fuoriescono delle stanghette metalliche definite pin. Quelli più semplici ne hanno tre, uno relativo alla base, uno al collettore e uno all’emettitore. Se tali strutture vengono modificate si possono ottenere funzionalità differenti, da sfruttare in base alle proprie necessità. I dispositivi più utilizzati sono:

  • A base comune che fungono da tampone di corrente.
  • A collettore comune usati come tampone di tensione.
  • A emettitore comune che servono per amplificare il segnale.

Quando ci si riferisce a un transistor bipolare, inoltre, bisogna fare un’ulteriore selezione in base alle caratteristiche che si cercano, da questo punto di vista tale componentistica si divide ad esempio in:

  • Modelli in corrente continua, in questo caso il sistema è correlato a due sorgenti di tensione, questo è utilizzato spesso con la funzione di interruttore.
  • Modelli per piccoli segnali che, come dice il nome, riescono a trasportare esigue quantità di corrente.
  • Modelli ad alte frequenze, usati quando il dispositivo non si comporta in maniera lineare.

Come applicare i transistor bipolari

I transistor bipolari hanno come funzione principale quella di controllare la conduttività del dispositivo entro il quale sono installati, tramite l’applicazione di una tensione. Per questo motivo hanno un ampio utilizzo, in concreto sono impiegati prevalentemente per amplificare i segnali elettrici o come interruttori.

La possibilità di produrli di differenti dimensioni, i più diffusi sono quelli normali e miniaturizzati, consente ai transistor bipolari di essere introdotti in differenti macchinari, anche nei circuiti integrati usati nella microelettronica. Il transistor, sia quello classico che quello bipolare, infatti, è l’elemento base del chip, in questi se ne possono istallare da una decina a qualche centinaia.

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