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Tumore al pancreas, arriva una terapia innovativa

ROMA. Nuove speranze contro il cancro al pancreas: per la prima volta una terapia innovativa e personalizzata migliora la sopravvivenza dei pazienti con questa forma di tumore. Si chiama Olaparib e nei pazienti con mutazione dei geni BRCA1 e/o BRCA2 – cosiddetti “Jolie” dal nome dell’attrice che ha deciso di operarsi preventivamente – ha ridotto del 47% il rischio di progressione della malattia. Dopo due anni di trattamento, il 22% dei pazienti trattati con Olaparib risulta libero da progressione di malattia (rispetto al 9,6% di quelli trattati con placebo). A dimostrarlo è lo studio internazionale di fase III Polo, presentato nel corso del 55° Congresso della Società americana di oncologia clinica (ASCO), che si è tenuto a Chicago, e pubblicato sul New England Journal of Medicine. Ad oggi, trattamenti per migliorare la sopravvivenza di questi malati non si erano mai dimostrati efficaci. Di fatto, il nuovo farmaco dimezza il rischio di progressione della malattia per questi pazienti, che presentano alcune specifiche mutazioni genetiche già riscontrate nei tumori dell’ovaio e della mammella. Ad oggi, trattamenti per migliorare la sopravvivenza di questi malati non si erano mai dimostrati efficaci.

Lo ricerca ha coinvolto 154 pazienti (in generale, circa il 7,5% dei pazienti ha queste mutazioni e quindi è candidabile alla terapia) che avevano già seguito chemioterapia con platino senza progressione di malattia. L’attuale standard di terapia nella malattia metastatica “offre una sopravvivenza libera da progressione di malattia in media di soli 6 mesi – spiega Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS e coautore dello studio -. Fino a oggi, nessun trattamento nel tumore del pancreas aveva migliorato la sopravvivenza libera da progressione”

Questo studio, spiega sempre l’esperto, “avrà dunque un impatto importante sulla vita dei pazienti, poiché il cancro del pancreas è un killer che registra una delle peggiori prognosi tra i tumori solidi e contro il quale le armi sono ridotte. Nel 2018, in Italia sono stati stimati 13.300 nuovi casi, con una sopravvivenza a 5 anni dell’8,1%. Ora, per la prima volta, abbiamo un farmaco che sulla base di un’alterazione molecolare è in grado di produrre un impatto importante sulla sopravvivenza dei pazienti. Si apre così, finalmente anche in questa malattia, la strada in cui i pazienti ricevono terapie in base alle rispettive mutazioni nel profilo molecolare del tumore. L’era, cioè, della medicina personalizzata”

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