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Tv e Iphone, lo schermo brucia il cervello? L’analisi della Dott.ssa Mandaglio

Uno studio della prestigiosa Johns Hopkins University di Baltimora è arrivata ad un risultato significativo e lapidario relativamente all’uso smodato di Tv e Cellulari da parte dei ragazzi evidenziando come : “ Per ogni ora e quaranta minuti di visione è come se il cervello fosse un anno più vecchio. Le cause sedentarietà e passività- Al contrario, il movimento contrasta questo processo di invecchiamento”.Ryan Dougherty, autore principale della ricerca, specifica che chi da giovane guarda più televisione si troverà da adulto con meno materia grigia. A tal riguardo ci siamo confrontati con la Dott.ssa Fiorella Mandaglio , Commissario aggiunto della polizia Locale di Erba, esperta informatica giuridica e crimini informatici, che spesso si occupa di bullismo, cyberbullismo tutte tematiche tipiche dell’età adolescenziale per comprendere quale siano le sue considerazioni su questo attuale abuso di ‘schermo’ da parte dei giovanissimi. Eccovi le sue parole e merse da questa interessante intervista:

Tv e cellulari: quanto lo schermo brucia il cervello?

Il Valore Italiano: Secondo uno studio della Johns Hopkins Univesity di Baltimora rimanere per quasi due ore davanti allo schermo del nostro televisore multifunzione e superconnesso procura un invecchiamento precoce del cervello che resta in uno stato ricettivo passivo privo di stimoli che lo induce ad un processo di invecchiamento precoce.  Lei dalla sua cosa ne pensa dei risultati di questo studio?

Fiorella Mandaglio: Non vi è dubbio che il dibattito sulle conseguenze derivate dall’eccessivo abuso di  questa tipica forma di relax giornaliero sia accesso e contrastante quasi  fin dall’avvento del tubo catodico quale forma di intrattenimento gratuito da poter fruire comodamente all’interno della propria casa.  Non di rado abbiamo sentito smentite e contro-smentite circa le problematiche connesse agli eccesivi impulsi derivati dagli schermi, perché seppur vero che l’assenza di movimento determinata dalla sedentarietà dello stare comodamente seduti sul divano a ridere di gusto per un cartoon o a piangere per la propria serie preferita è pur vero che gli impulsi visivi derivati dalla luce dello schermo portano altri tipologie di impulsi al nostro cervello.

Cercando di spiegare meglio questo concetto è come se il cervello non si attivi per tutto ciò che riguarda il movimento attivo delle fasce muscolari che finiscono per eseguire semplici movimenti come per esempio cliccare sul telecomando o comandare il joystick della PS4  e non vengono attivamente coinvolti in processi attivi come invece accade per tutte quelle attività fisiche o ludiche per le quali il cervello deve attivamente lavorare per cercare delle soluzioni agli agenti esterni che lo circondano. Ma occupandomi prevalentemente di adolescenti non mi addentro nei meandri del percorso evolutivo del cervello che si sviluppa attraverso delle tappe precise fino a raggiungere il culmine di maturazione verso il venticinquesimo anno d’età, ma  piuttosto degli effetti che l’abuso dell’uso del computer può portare agli adolescenti. Il pericolo che resta in agguato per i nostri adolescenti resta sempre l’abuso del pc.

Il Valore Italiano: Ma la tecnologia è divenuta fondamentale anche a scuola ed il cellulare accompagna i nostri adolescenti con sempre maggiore frequenza, quali rischi si corrono concretamente allora, in base anche alla sua esperienza di studiosa?

Fiorella Mandaglio: Vero il pc è ormai Tecnologia indispensabile per scuola, divertimento e socialità è diventato attraverso il cellulare una protesi della mano ma soprattutto un continuo bombardamento di attività virtuali per il cervello. Gli adolescenti sono sempre connessi e di fatto forse trascorrono più ore ad osservare lo schermo di un  Yphone che della tv (a meno che non si tratti di giocare a games di ruolo multi giocatore in rete di massa del tipo sparatutto come per esempio Fortnite). La vita online è affascinante a tal punto da creare la pericolosa esclusione dalla vita sociale fisica per restare in disparte rispetto alla realtà ma in prima linea rispetto alla vita virtuale. Questo fenomeno agisce sul cervello in modo deteriore a tal punto da portare gravi conseguenze a livello psicologico e comportamentale. L’adolescente si stacca volontariamente dalla vita comune quotidiana e finisce per rifugiarsi nella vita virtuale con un accanimento tale per cui spesso si dimentica anche di prendersi cura di se stesso attraverso semplici gesti quali nutrirsi e lavarsi. Nei casi più gravi questo fenomeno finisce per far vivere l’adolescente come un eremita che non mette piede fuori dalla sua stanza per rimanere sempre connesso davanti al suo computer. Questo fenomeno prende il nome dal termine giapponese HIKIKOMORI.

Il Valore Italiano: Cosa significa HIKIKOMORI?

Fiorella Mandaglio: E’ un termine usato per definire l’isolamento volontario di alcuni soggetti che scelgono di ritirarsi dalla vita sociale. Applicato al fenomeno di isolamento adolescenziale però assume una veste  più complessa e tecnologica poiché si riferisce a tutti quei minori che non riescono a distaccarsi da uno schermo, ovvero dalla rappresentazione del sé riflesso in quello schermo che può identificarsi nel primeggiare in un gioco da cui non si riesce a disconnettersi al non voler abbandonare i social per non sentirsi esclusi dal mondo virtuale o dal sentirsi apprezzati controllando in modo compulsivo il numero di like ottenuti.

Il valore Italiano: Cosa può comportare questo desiderio spasmodico di appartenenza al mondo virtuale  ed il cercare l’approvazione attraverso i likes? Non si rischia di confondere il virtuale con il reale?

Fiorella Mandaglio: Questo comporta disturbi del sonno con immancabile iperattività notturna ed una inversione di socialità che antepone il virtuale al reale fino al rifiuto di frequentare le lezioni scolastiche. Nelle forme più gravi si manifestano depressione e comportamenti ossessivo – compulsivi a volte aggressivi verso i componenti del nucleo familiare che intervengono per cercare di convincere il minore a riprendere la normale socialità. La domanda che nasce spontanea riguarda la connessione tra eccessivo abuso di schermo e di conseguenza l’influenza degli input ricevuti da internet e la patologia comportamentale derivata ovviamente da disfunzioni cerebrali.

Il Valore Italiano: Possiamo associare il fenomeno HIKIKOMORI ad un abuso di schermo e di conseguenza ad una vita sedentaria davanti ad uno schermo che attiva solo una parte del cervello?

Fiorella Mandaglio: Al momento non vi è una risposta certa, l’unico dato oggettivo è la connessione tra isolamento ed incapacità di staccarsi dallo schermo. Per questo motivo è indispensabile fare uno sforzo affinché possa essere divulgata un’educazione digitale che aiuti gli adolescenti ad usare in modo corretto il mondo virtuale e farlo diventare opportunità anziché una trappola dannosa per il benessere psicofisico.

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Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

2 risposte a “Tv e Iphone, lo schermo brucia il cervello? L’analisi della Dott.ssa Mandaglio”

    • Mi spiace Roberto, la Dott.ssa Mandaglio lavora da anni su queste tematiche, in caso contrario ci porti lei dati oggettivi che dimostrino la sua affermazione. Attendiamo al fine di poterla pubblicare sul nostro portale.

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