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Unione, fumata nera sulle nomine per i posti chiave delle istituzioni

BRUXELLES. Si fa sempre più in salita la trattativa a Bruxelles sulle nomine dell’Unione Europea e in particolare sulla carica di presidente della Commissione Ue. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha pertanto sospeso la riunione, e ha convocato un nuovo incontro per stamane alle 11, ma difficilmente si riuscirà a trovare un accordo. Fonti parlano anche di un possibile rinvio di due settimane e di un nuovo summit previsto per il 15 luglio.

Ieri, il vertice si è iniziato con ben tre ore di ritardo a causa di diversi incontri bilaterali e colloqui tra i vari capi di Stato e di governo: tutti i leader europei sono stati invitati a lasciare telefoni e altri strumenti di comunicazione fuori dalla sala per evitare fughe di notizie. Dopo un paio d’ore di riunione, comunque, il presidente Tusk ha sospeso il vertice straodinario per organizzare “incontri bilaterali con i leader”.

Emmanuel Macron

Alla base dello stallo c’è lo scontro interno al Ppe: diversi leader europei hanno bocciato l’accordo negoziato al G20 dalla cancelliera Angela Merkel che attribuiva al candidato dei socialisti Frans Timmermans, la presidenza della Commissione europea. “Per Forza Italia è impossibile votare un candidato socialista perché si andrebbe contro la volontà popolare – ha spiegato Antonio Tajani -. Il Ppe è la prima forza politica. Noi continueremo a sostenere il principio dello Spitzenkandidat e la candidatura di Manfred Weber”.

Sarebbero undici i Paesi che nei colloqui della scorsa notte con Donald Tusk hanno espresso contrarietà alla nomina di Frans Timmermans alla Commissione Ue. “Non siamo andati al voto perché nessun candidato avrebbe avuto la maggioranza”, ha detto la cancelliera Angela Merkel.

Angela Merkel

Da parte sua, l’Italia continua a lavorare per portare a casa un portafoglio economico per il commissario italiano. Ma dopo gli attacchi di Matteo Salvini a Timmermans, fonti di palazzo Chigi precisano che “il presidente del Consiglio Conte ha le mani libere, non viene qui con un atteggiamento di veto ma in un atteggiamento di dialogo”. L’Italia – sottolineano le stesse fonti – “ragiona in una logica di pacchetto e valuterà la candidatura di Timmermans in quest’ottica”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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