Gli agenti hanno scoperto la drammatica storia di una madre e un figlio costretti a vivere in auto a causa di una serie di sfortunate vicende personali.
Nell’immaginario collettivo si è soliti associare la Polizia Stradale a quelle attività strettamente collegate al controllo e alla regolazione della mobilità su strade e autostrade come ad esempio prevenire e rilevare gli incidenti stradali, regolare il traffico, occuparsi della tutela e del controllo del patrimonio stradale, prestare i primi soccorsi in caso di necessità ma soprattutto accertare e notificare le violazioni del Codice della Strada.
Ma sarebbe troppo riduttivo e ingiusto pensare che la Stradale abbia come scopo principale quello di fare multe agli automobilisti. Lo hanno dimostrato per l’ennesima volta alcuni agenti della Polstrada di Orvieto che hanno aiutato una famiglia in seria difficoltà, che a seguito di alcune sfortunate vicende personali è stata costretta a vivere in auto.
Nei primi giorni di luglio la centrale operativa della Polizia Stradale della Sottosezione di Orvieto ha ricevuto la segnalazione di un’auto sospetta che da alcuni giorni sostava nell’area di servizio “Fabro Est”, sull’autostrada A1, con a bordo due persone. Fabbro è un piccolo comune situato in prossimità del confine tra Umbria e Toscana, in provincia di Terni. Gli agenti una volta intervenuti sul posto hanno appurato che le due persone in questione erano una donna di 55 anni e un giovane ventenne, rispettivamente madre e figlio, e hanno voluto approfondire il motivo per cui si trovavano in questa situazione.
In una nota la Polstrada racconta la triste e commovente vicenda dei due: la donna ha riferito ai poliziotti che, a causa di una situazione famigliare piuttosto complessa, aveva perso il lavoro e successivamente anche la casa in cui abitava col figlio. Per questo motivo avevano deciso di trasferirsi nella loro auto, unico bene e riparo rimasto, usufruendo dei servizi igienici messi a disposizione dall’area di servizio.

Inoltre la scelta di sostare proprio in quell’area di servizio non è casuale perché la donna ha raccontato che da piccola il padre era solito portarla a Città della Pieve, cittadina a circa 16 chilometri da Fabbro, e che i ricordi legati ad un passato piacevole trascorso con la famiglia in quei luoghi le davano un po’ di sostegno e conforto per sopportare la sofferenza provocata dal disagio vissuto insieme al figlio.
I poliziotti della Stradale, colpiti dalla commovente storia, hanno deciso di dare un aiuto concreto a madre e figlio acquistando vari generi alimentari e donando un piccolo aiuto economico. Il loro gesto vale più di mille parole e testimonia come il cuore e la sensibilità di questi rappresentanti dello Stato sia immenso.
La speranza è che l’esempio degli agenti possa ispirare altri cittadini e stimolarli per dare vita ad iniziative che possano aiutare concretamente questa famiglia a superare il momento complicato. E chissà che la bontà di qualche anima pia possa far trovare un nuovo lavoro alla signora in modo tale da permetterle di mantenere la propria famiglia e tornare a vivere sotto un tetto.