• IL SANTO DEL GIORNO

24 ottobre: Sant’Antonio Maria Claret, vescovo e fondatore

Antonio María Claret y Clará nasce nel 1807 da una famiglia profondamente cristiana di tessitori catalani con dieci figli. Viene ordinato nel 1835, a 28 anni. Va a Roma nel 1839 e si rivolge a Propaganda Fide per essere inviato come missionario in qualsiasi parte del mondo. Non potendo raggiungere questo obiettivo, entra come novizio tra i gesuiti, ma dopo pochi mesi si ammala e deve fare ritorno in patria. Per sette anni predica in diverse missioni popolari in tutta la Catalogna e le isole Canarie, conquistando popolarità, anche come taumaturgo. Sa mettere insieme la gente dando vita ad associazioni e gruppi.

Nel 1849 Antonio Maria fonda una congregazione apostolica: i Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, anche conosciuti come Missionari Clarettiani e che oggi sono impegnati in ben 65 Paesi in tutto il mondo. Sempre nel 1849 il religioso catalano viene nominato arcivescovo di Santiago di Cuba (all’epoca appartenente alla corona di Spagna), dove giunge nel febbraio del 1851. Nel suo strenuo lavoro apostolico affronta i gravi problemi morali, religiosi e sociali dell’isola caraibica: concubinato, povertà, schiavitù, ignoranza, ai quali si aggiungono due calamità che colpiscono la popolazione: epidemie e terremoti. Ripercorre la sua vasta diocesi per ben quattro volte come instancabile missionario accompagnato da un gruppo di altri fedeli religiosi.

Le sue preoccupazioni pastorali si riversano anche in gran parte nel potenziamento del seminario e nella riformazione del clero. Nell’ambito sociale, promuove l’agricoltura, anche con diverse pubblicazioni e creando una fattoria-modello a Camaguey. Oltre a ciò, istituisce in ogni parrocchia una cassa di risparmio, opera pioniera in America latina. Promuove l’educazione cercando istituti religiosi e fondando, insieme alla Venerabile Maria Antonia Paris, la congregazione delle Religiose di Maria Immacolata (Missionarie Clarettiane). A causa della strenua difesa dei diritti della Chiesa e dei diritti umani, si crea numerosi nemici tra i politici e i corrotti, subendo minacce e attentati: ad Holguin viene gravemente ferito al volto.

Nel 1857 la regina lo richiama a Madrid come suo confessore. In questa tappa continua ad annunziare il Vangelo nella capitale e in tutta la penisola. Esiliato in Francia nel 1868 arriva con la regina a Parigi e, anche qui, prosegue le sue predicazioni. Partecipa, poi, a Roma al Concilio Vaticano I dove difende con ardore l’infallibilità del pontefice. Gli ultimi anni della sua vita li vive nel monastero di Fontfroide presso Narbona, dove spira santamente il 24 ottobre del 1870. Sulla tomba vengono scolpite le parole di papa Gregorio VII: “Ho amato la giustizia e odiato l’iniquità, per questo muoio in esilio”. Il suo corpo si venera nella Casa Madre dei Clarettiani a Vic (Barcellona). Viene beatificato nel febbraio 1934 da Pio XI e proclamato santo nel maggio del 1950 Pio XII.

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Alessio Yandushev Rumyantsev

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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