Questa mattina è in corso il Consiglio dei ministri del governo che ha al primo punto dell’ordine del giorno il nuovo decreto Covid inerente le “ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19“, in sostanza di tratta del primo decreto legge di Draghi sul Covid-19.
La prima particolarità degna di nota è che differenza del suo predecessore il premier avrebbe optato per emanare un decreto legge e non un Dpcm (Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri), dando in questo modo l’opportunità a tutta la squadra di governo di discutere e condividere il contenuto di questo provvedimento. Inoltre ha una durata di 60 giorni, dopo il quale o viene convertito in legge dal Parlamento oppure decade.
Argomento principe della riunione sarà quello legato al possibile prolungamento del divieto agli spostamenti tra Regioni per altri trenta giorni a partire dal 25 febbraio, data di scadenza del precedente provvedimento. Misura che sarà applicata a tutte le Regioni, a prescindere dalla collocazione in zona rossa, zona arancione e zona gialla, e che sarà l’unico provvedimento ad essere adottato nel corso dei Consiglio dei ministri.
Così come emerso ieri sera nel corso dell’incontro tra la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, e i rappresentanti di Regioni, Anci e Up la conferma del divieto agli spostamenti sull’intero territorio nazionale è una misura che ha come scopo principale quello di arginare la diffusione del Covid e delle sue varianti in tutto il Paese. Inoltyre dovrebbero essere confermate le disposizioni sugli spostamenti tra piccoli Comuni e la regola, valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, con i figli minori di 14 anni.
Oltre il nuovo decreto Covid sul tavolo dei ministri verranno anche discussi temi di grande importanza come vaccini, ristori alle attività penalizzate, scuola, misure anti-Covid adottate in tempi accettabili e revisione dei parametri con eventuali restrizioni dove la circolazione del virus è più elevata. Proprio su quest’ultimo tema i rappresentanti dei territori chiedono il superamento dell’attuale sistema a zone e dell’uso del parametro Rt per identificare i colori delle Regioni. L’ideale sarebbe isolare solo ed esclusivamente quei comuni dove l’indice di trasmissibilità del virus è più alto
Per quanto riguarda i vaccini le Regioni hanno definito come priorità assoluta la campagna vaccinale. Secondo i governatori allo stato attuale il meccanismo “sta andando troppo a rilento” e gran parte del problema riguarda l’approvvigionamento delle dosi, di competenza del governo. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di pensare ad un coinvolgimento diretto delle aziende italiane nel processo produttivo dei vaccini, visto che sul territorio ci sono aziende in grado di occuparsi di una o più fasi della produzione.
Sul tema scuola la richiesta è quella di “qualificare l’attività scolastica e universitaria, al pari delle altre attività, con un’apposita numerazione di rischio, anche tenendo conto dei dati oggettivi del contagio nelle istituzioni scolastiche e nel contesto territoriale di riferimento“. Inoltre i territori chiedono “forme di congedo parentale e ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori, nel caso di chiusura delle scuole” e che venga garantita la vaccinazione a tutti i docenti.
Le Regioni chiedono il coinvolgimento nella cabina di regia dei Ministri dello Sviluppo economico, dell’Economia e degli Affari regionali. Provvedimento che permetterebbe di prendere decisioni più oculate da un punto di vista economico, guidando il Paese verso la tanto attesa ripresa. Sarà inoltre importante concedere indennizzi in tempi rapidi per le attività situate in quei territori dove verranno adottate misure restrittive. Sempre a proposito di ripresa il ministro della Cultura Dario Franceschini ha lanciato la sua proposta per rilanciare il comparto culturale: l’Italia come primo Paese in Europa a riaprire cinema e teatri.