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Violenza psicologica, come riconoscerla per poterla affrontare

Ancor oggi esiste la convinzione che si possa ferire un individuo solo nel caso di aggressione fisica, ma non è così. Vi sono persone che possono far del male ad un altro senza ricorrere a schiaffi, spinte e via dicendo; poiché ci sono parole, comportamenti ed interazioni che possono risultare fortemente dannosi per una persona: si tratta di violenza psicologica. Questa causa un danno uguale, o talvolta anche maggiore, di chi aggredisce fisicamente, perché colpisce il benessere emotivo e psicologico della vittima.

Il problema è che non è semplice riuscire a identificare un caso di abuso psicologico, perché questo non lascia segni sul corpo, ma ferisce profondamente l’anima, la personalità, nonché la dignità di chi la subisce.

Bullismo, discriminazione, maschilismo… sono incalcolabili i maltrattamenti nella società in cui viviamo; questo perché vi sono al mondo persone che si sentono in “dovere” di maltrattare chi considerano più debole. E, nella maggior parte dei casi, una persona si lascia trascinare dai pregiudizi sociali, per questo motivo tende ad esercitare sugli altri la dimostrazione del proprio “potere”.

La violenza psicologica si trova in ogni spazio ed ogni luogo: nella vita familiare, nei rapporti di coppia, a scuola, al lavoro, ovunque. E spesso l’abusante mette in atto i suoi comportamenti in sordina, in modo che nessuno – a parte la vittima – possa vederlo o sentirlo, così da non essere ostacolato o accusato in alcun modo.

Purtroppo questo tipo di violenza, ancora oggi, viene considerata “meno grave” rispetto a quella fisica. Ma non è così, infatti – secondo il parere di alcuni esperti che lavorano con le vittime di violenza psicologica – si sostiene che chi subisce una manipolazione mentale ne risenta anche in modo profondo, condizionando la propria qualità di vita.

L’abuso quindi non è solo fisico, può essere anche mentale, emozionale e verbale. Ed essendo questi ultimi abusi più sottili e difficili da rilevare, l’unica cosa che si può fare è riuscire a identificarli, stare all’erta e saperne cogliere ed interpretare i segnali.

Quali sono i segnali per riconoscere il maltrattamento psicologico?

Essendo una violenza di tipo psicologico e, appunto, più difficile da riconoscere rispetto a quella fisica, capita sovente che la persona che la subisce se ne renda conto tardi. Quindi, quando subentra in gioco questo tipo di abuso, senza rendersene conto la vittima inizia a credere costantemente di essere inferiore all’altro ed entra così in un circolo vizioso che mina la sua integrità e la sua autostima.

Sono innumerevoli le forme in cui si manifesta la violenza psicologica: le provocazioni continue, le offese, l’umiliazione, il ricatto, la coercizione, il silenzio, la svalutazione, la trascuratezza fisica ed affettiva, la manipolazione dei sensi di colpa, e queste sono solo alcune tra le tante. Riconoscerne tempestivamente i segnali può permettere di risolvere le situazioni più velocemente e, forse, con più facilità.

Alcune delle conseguenze psicologiche che possono scaturire da abuso verbale possono essere:

  • Ansia, è tra i sintomi che compaiono per primi in chi è vittima di questo tipo di violenza;
  • Isolamento e depressione, paure e pensieri angoscianti a lungo termine destabilizzano l’umore e la vittima potrebbe iniziare ad isolarsi, evitare le altre persone e avere vissuti depressivi;
  • Bassa autostima e svalutazione, gli abusanti tendono a svalutare in continuazione le vittime facendole sentire stupide, ridicole, inadeguate in ogni situazione, senza valore, inferiori agli altri;
  • Bisogno di approvazione, spesso la vittima sviluppa una sorta di dipendenza dal giudizio altrui, è alla costante ricerca di apprezzamento e si preoccupa sempre di più nel voler apparire “perfetto” in ogni cosa;
  • Sfiducia negli altri, la vittima a poco a poco inizia a nutrire sfiducia nei confronti delle persone in generale, si sente spesso minacciato e diventa attento a tutto quello che fanno gli altri per timore di essere aggredito e di risultare impreparato;
  • Sensi di colpa e inadeguatezza, spesso la vittima arriva a pensare di aver commesso degli sbagli e si ritrova a scusarsi.

Inoltre, col passare del tempo la vittima di violenza potrebbe sviluppare un sentimento di rabbia nei confronti dell’abusante, ma anche nei confronti di altre persone. E, oltre a provocare un notevole stress, questa modalità relazionale potrebbe portare a disturbi fisici: cambiamenti di pressione sanguigna, senso di oppressione al petto o aritmie cardiache, disturbi alimentari, dolori cronici, disturbi della digestione, nei casi peggiori si può persino arrivare a ideazioni suicidarie.

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Conclusioni

È importante sapere che sovente una vittima di abuso psicologico rimane in silenzio perché si convince di essere “sbagliata”, si sente inadeguata ad ogni contesto, non ha autostima, si sottovaluta e accetta continue umiliazioni perché pensa di dover accettare il comportamento altrui. Ma la non-comunicazione può solo peggiorare la situazione, perché può sfociare in uno stato di fortissima ansia, in irritabilità, agitazione, depressione, disagio ed insicurezza.

Ancor più problematico può risultare nel caso la vittima sia un bambino, che, a maggior ragione, potrebbe non capire il suo essere vittima e, in questo caso, l’abuso psicologico potrebbe interferire in modo negativo per il suo sviluppo psicofisico: autostima, autonomia di pensiero, vita sociale, sviluppo di capacità interpersonali, risoluzione dei problemi, conoscenza dei propri gusti e desideri.

È quindi molto importante considerare il proprio malessere ed eventualmente rivolgersi ad uno specialista, ad uno psicologo o ad un esperto di fiducia per farsi aiutare a guarire le ferite. Quando se ne sente la necessità è un dovere verso noi stessi farlo, significa prendersi cura di sé e non c’è nulla di cui vergognarsi. Anzi, è un atto che richiede un forte investimento di energia e coraggio.

Valeria Glaray

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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