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A Firenze opere d’arte per i detenuti del carcere di Solliciano

FIRENZE. In carcere per la prima volta opere d’arte moderna di valore, come quelle di Paresce e Pozzati. È successo a Firenze. Portate dal Museo del Novecento nella casa circondariale di Sollicciano “La casa e la nave” del 1931, e “Maternità” del 1917, per dare l’opportunità ai detenuti di apprezzarle, studiandole grazie all’aiuto di un restauratore e di un mediatore culturale. L’iniziativa di far viaggiare l’arte era già entrata nelle scuole di Firenze, e adesso con il progetto “Outdoor”, ormai collaudato, diventa parte di “Educare alla bellezza”, il piano per conoscere i musei fiorentini. Avviato dalla scuola Cpia1 (Centro Provinciale per l’Istruzione degli adulti), prevede la partecipazione di detenuti e detenute iscritti e frequentanti corsi scolastici a Sollicciano. L’idea non intende fermarsi, ma proseguire in ospedali, istituti per anziani, biblioteche, aziende, e case private, con l’intento di promuovere la conoscenza delle raccolte del Comune di Firenze, agevolando un rapporto diretto con l’opera d’arte.

arte in carcere
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