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Addio a Tullio Gregory, filosofo e storico della filosofia

ROMA. Il filosofo e storico della filosofia Tullio Gregory è morto nella capitale all’età di 90 anni. La camera ardente sarà aperta oggi (lunedì 4) dalle 10.30 alle 19 alla Treccani in Piazza dell’Enciclopedia a Roma. Domani (martedì 5) alle 11.30 la commemorazione del professore emerito nella sede di filosofia dell’Università La Sapienza.

Docente di storia della filosofia medievale e di storia della filosofia all’Università La Sapienza, è stato attratto da sempre dai momenti storici in cui si sono verificate grandi svolte culturali che hanno portato a un cambiamento della vita degli uomini, delle società: prima lo studio e la passione per il Medioevo e in particolare il XII secolo con la sua rinascita grazie alla scoperta del pensiero greco e arabo, poi il Seicento con la caduta della metafisica tradizionale e la nascita della nuova scienza e di quello che viene chiamato illuminismo, da cui gli deriva quella ‘“fiducia nella ragione, che va sempre difesa perché se si perde si perde la sostanza del nostro essere uomini. Ma sapendo che impegnarsi nell’uso duro e demitizzante della ragione va fatto alla luce del dubbio. Chi è sicuro di sé può diventare un tiranno”.

Entrato alla Treccani nel 1951, ha diretto la sezione di storia della filosofia e del cristianesimo e ha poi collaborato e guidato e ideato molte delle opere e linee di sviluppo dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, dove ancora oggi curava un progetto sulle parole chiave del XXI secolo. In passato ha fatto parte di numerose commissioni ministeriali legate a problemi universitari o di beni culturali, mentre in Rai ha fatto partenel 1993 del Cda cosiddetto dei professori. Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, è stato direttore anche dell’Istituto del Lessico Intellettuale Europeo.

Già directeur d’études all’Ecole pratique des hautes études di Parigi, membro della British Academy di Londra e, a metà degli anni 80, professore alla Sorbona, Gregory applicava la filosofia anche una delle sue più grandi passioni, la cucina, ideando menu all’insegna della tradizione emiliano-romagnola: “È a tavola – ebbe occasione di affermare – che forse troviamo quella verità intera, piacevole, morbida, profumata che possiamo non solo contemplare ma gustare, come volevano i mistici medievali”.

Vastissima la bibliografia con titoli che vanno da ”Platonismo medievale” (1958) a “Scetticismo ed empirismo” (1961), da “Etica e religione nella critica libertina” (1986) a “Origini della terminologia filosofica moderna” (2006). E, ancora: ”Principe di questo mondo. Il diavolo in Occidente” e l’ultimo ”Michel de Montaigne o della modernità” (2016).

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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