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Al Museo Egizio di Torino l’archeologia è “invisibile”

TORINO. Martedì 12 marzo il Museo Egizio di Torino inaugura Archeologia Invisibile, il nuovo progetto espositivo curato dal proprio dipartimento collezioni e ricerca che caratterizzerà l’intero anno dell’istituzione culturale, protraendosi fino al 6 gennaio 2020.

Si tratta di una mostra innovativa, caratterizzata dall’impiego di dispositivi multimediali e imperniata sull’incontro fra il lavoro degli archeologi e dei conservatori e le più recenti frontiere dello sviluppo tecnologico. Attraverso le tre sezioni dedicate, nell’ordine, alla fase di scavo, alle analisi diagnostiche, a restauro e conservazione, “Archeologia Invisibile” racconta come le moderne apparecchiature, applicate alle modalità d’indagine e ricerca dell’egittologia, consentano nuovi approcci e risultati nello studio della collezione del Museo Egizio.

Il pubblico di “Archeologia Invisibile” viene di fatto invitato a guardare oltre il visibile, osservando da vicino i segreti custoditi all’interno degli oggetti, fra cui quelli rinvenuti oltre un secolo fa nel corredo funerario della Tomba di Kha, scoprendone aspetti venuti alla luce solo recentemente grazie a tali modalità d’analisi che si rivelano spesso inattesi e sorprendenti. Il patrimonio materiale della collezione di Torino rivela così di sé informazioni altrimenti inaccessibili, frutto della ricomposizione di notizie, dati e nozioni.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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