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Alla scoperta di antichi borghi: Monforte d’Alba

MONFORTE D’ALBA. Se non siete mai stati nelle Langhe, ve le consigliamo vivamente, anche perché sono un dei posti più incantevoli del Piemonte. La morfologia del territorio di origine sedimentaria, sottolinea come centinaia di migliaia di anni fa qui ci fosse il mare. Non a caso, in più d’una occasione ai contadini, intenti a coltivare la terra, è capitato di dissotterrare qualche frammento di conchiglia. Tra i luoghi più caratteristici della Langa c’è sicuramente Monforte d’Alba, un borgo di origine antichissima che deve il suo nome al castello cinto da mura che sorse nell’Alto Medioevo sulla sommità di un colle “Mons Fortis”.

monforte d'alba

Tracce di un insediamento risalgono addirittura al neolitico e nel corso del secolo passato sono stati rinvenuti frammenti d’epoca romana. Nel 1028 il borgo fu espugnato dalle truppe inviate dall’Arcivescovo di Milano, per soffocare l’eresia catara diffusasi in loco coinvolgendo gli stessi feudatari. Gli abitanti di Mons Fortis, fatti prigionieri, furono condotti a Milano e costretti a scegliere tra l’abiura e il rogo; la maggior parte, coerentemente con i propri principi, si lanciò tra le fiamme. Non è azzardato supporre che la presenza del nome Monforte nella toponomastica di Milano sia da ricollegarsi a questa vicenda. Dopo alterne vicende, il paese divenne, nel XIII secolo, feudo dei marchesi Del Carretto, cui più tardi subentrarono i marchesi Scarampi del Cairo. Nel 1703 fu conquistato dalle truppe di casa Savoia e passò quindi definitivamente al regno delle Due Sardegne.

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Oggi, il centro storico di Monforte conserva il caratteristico impianto medievale: una passeggiata nelle sue viuzze medioevali che salgono ripide, una sosta nei suoi locali di ristoro o nei suoi alberghi, dimostrano come questo piccolo centro (conta mal contate duemila anime), già noto nella seconda metà del Novecento per la sua gastronomia, abbia valorizzato il suo centro storico con molta attenzione al restauro e al recupero funzionale dei suoi edifici. Il fulcro della composizione urbana è costituito dalla residenza dei marchesi Scarampi, situata a fianco della piazza in cui è stato ricavato l’Auditorium Horszowski e dalla quale si ergono la torre Campanaria e le due Confraternite di Santa Elisabetta e di Sant’Agostino. Scendendo lungo la “Via dei Catari”, si percorre l’attraversamento del sottopasso recante la data del 1622 su cui poggiava la navata detta “dei manichei” dell’antica chiesa di Santa Maria. Si oltrepassano l’arco e la porta medievale di accesso alla rocca e, scendendo per via del Carretto, è visibile una meridiana dipinta nel 1834. Visibile, anche, un tratto delle antiche mura all’incrocio con via de Magistris. Ritornati in via del Carretto, si supera, sulla destra, l’antica Piazza d’Assi, cosiddetta perché pavimentata con tavole di legno e dove, un tempo, vi si teneva il mercato.

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Anche Monforte d’Alba ha la sua big bench per poter ammirare un panorama mozzafiato

Nel 2014 il territorio di Monforte è stato inserito dall’Unesco tra i siti italiani “Patrimonio dell’Umanità” e tra “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”. D’altro canto, la coltura della vite ha permesso di modellare le colline in un modo unico riconosciuto in tutto il mondo.

Monfortinjazz è giunto alla sua edizione numero 43

Da non perdere. In occasione della festività di Pentecoste (ques’tanno sarà dal 6 all’9 giugno) ritorna “Barolo Boys in fuorigioco”, evento dedicato allo sport e al vino. I produttori del Barolo di Monforte, fra partite di calcio, momenti di approfondimento, cene gourmet, incontrano i produttori di altre tre differenti aree viticole tra le più pregiate del mondo, con convegni e degustazioni nel centro storico.

Nel mese di luglio si tiene la rassegna musicale Monfortinjazz, giunta ormai alla 43esima edizione. Il Monfortinjazz, nato nel 1976, ha ospitato molti tra i più noti e apprezzati protagonisti della scena musicale internazionale dando vita, ogni anno, a un appuntamento unico.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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