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Asdi: “Bene il piano Colao. Turismo, arte e cultura motori del rilancio”

Leggere, nel Piano presentato ieri da Vittorio Colao, cheil Turismo, l’Arte e la Cultura devono essere elevati a brand iconico dell’Italia, attraverso cui rafforzare sistematicamente l’immagine del Paese sia verso chi risiede in Italia, sia verso i cittadini di altri Paesinon può che trovarci in totale sintonia. Speriamo solo che questa sia davvero l’occasione per vedere trasformati questi propositi in azioni concrete, e non lasciare tutto, anche questa volta, come semplice slogan“.

Così Giacomo di Thiene, Presidente Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane-ADSI, si sofferma in particolare sulla parte di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale inserita tra le schede dedicate al terzo ambito, quello del Turismo, laddove il Comitato avanza proposte anche per “proteggere, arricchire e valorizzare al meglio un patrimonio unico al mondo“.

Turismo arte cultura

Sono diversi i punti nodali inseriti nelle schede del rapporto che, come ADSI, da tempo stiamo cercando di portare all’attenzione dei Governi, attuale e passati – sottolinea il Presidente di Thiene. – Il Comitato presieduto da Colao scrive, per esempio, di attrazione dei capitali privati per rafforzare la dotazione dedicata ad Arte e Cultura“.

Come Associazione che rappresenta oltre 4.500 proprietari di immobili storici, in parte aperti al pubblico per le più varie attività – dalle visite agli eventi a soggiorni, solo per citarne alcune –, posso confermare che l’impegno dei privati nell’investire per mantenere, ristrutturare e restaurare ville, palazzi, castelli, giardini che rappresentano la storia dell’Italia non è mai venuto meno. Quello che, però, chiediamo alle istituzioni – e su questo abbiamo aperto un dialogo costante con il ministero guidato da Dario Franceschini, con la Sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi – è di riconoscere fino in fondo la specificità di questi beni vincolati, supportando con forme di incentivi, come scritto anche nel rapporto Colao, gli investimenti che costantemente vengono fatti per migliorare la qualità di questo patrimonio».

Lo stesso ministro Franceschini, nell’audizione di questa mattina in commissione Istruzione in Senato, ha detto che si stanno individuando i criteri per sostenere tutti i musei non statali, privati o di natura privatistica, in relazione ai mancati introiti.”

È un’apertura importante – sottolinea di Thiene – perché, guardando i dati, è evidente come le dimore storiche costituiscano un vero e proprio museo diffuso – per il 54% dislocato in Comuni sotto i 20.000 abitanti – di rilevanza pari a quella dell’offerta pubblica. Su oltre 90 milioni di persone che, in media, ogni anno visitano complessivamente i musei italiani, 45 milioni sono coloro che accedono agli immobili storici privati aperti al pubblico. Un vero tesoro e, allo stesso tempo, un grande potenziale ancora in parte inespresso che, credo, si abbia il dovere civile di mettere finalmente al centro di un serio piano tra pubblico e privati“.

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