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Bancarotta per Thomas Cook, e i turisti rientrano con mezzi di fortuna

LONDRA. Sono 14.700 i turisti britannici coinvolti dalla bancarotta di Thomas Cook, lo storico tour operator messo in liquidazione a partire da ieri per insolvenza, che sono stati rimpatriati fino ad ora. Lo riferisce l’Ente britannico per l’aviazione civile, secondo quanto riportato da Sky news. Ulteriori 74 aerei charter saranno messi a disposizione oggi per riportare nel Regno Unito altri 16.500 britannici. Sono in totale 600.000 i clienti interessati dalla vicenda, stranieri compresi.

Ma vediamo più in dettaglio le cause del fallimento di Thomas Cook, che era in agonia da tempo come dimostra l’andamento del titolo in Borsa (passato dalle 212 sterline del 2007 alle 3,45 sterline di venerdì scorso) e la sequenza di profit warning. L’ultracentenario tour operator britannico aveva fatto i più banali compiti a casa per riguadagnare terreno, a partire dai classici tagli di costi e di personale, ma sempre in ritardo rispetto al suo principale competitor europeo, l’anglo-tedesca Tui-Travel. Aveva investito in hotel di nuova concezione, che avrebbero dovuto aumentare fatturato e fidelizzazione, ma solo dopo le analoghe mosse di TUI (che in più aveva puntato sul business delle crociere) e senza la stessa determinazione dei rivali.

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