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Belgio, le navi non passano sotto il ponte gotico: si abbatte

BRUXELLES. Da anni in Italia si discute lel navi da crociera che per ragioni commerciali entrano nella laguna di Venezia, creando non poche problematiche di erosione dei fondali e di sicurezza della navigazione che questo comporta. Navi che hanno già provocato più di un incidente e tanta apprensione tra diportisti e semplici turisti. Una soluzione non è stata trovata perché a comandare è sempre più il “dio danè” per usare un’espressione cara ai milanesi. In Europa in fatto di tutela dei beni ambientali c’è chi riesce a far peggio di noi. E’ il caso del civilissimo Belgio, dove di recente hanno distrutto uno straordinario ponte gotico, icona della città di Tournai, per il semplice fatto che è troppo basso e le imbarcazioni non riescono a passare sotto le sue arcate.

Il ponte gotico risale al XII secolo (foto tratta da Wikipedia)

Costruito tra il 1281 e il 1304 sul fiume Schelda, il Pont des Trous (ponte dei buchi) era uno dei soli tre ponti militari del XIII secolo rimasti al mondo. A gennaio del 2019, il consiglio comunale di Tournai ha deciso di procedere con la demolizione delle arcate centrali del ponte per ricostruirle, allargando ancora una volta l’arcata centrale, in modo da permettere il passaggio di navi da 2000 tonnellate (ad oggi il limite è di 1500 tonnellate). L’abbattimento fa parte di un progetto da 4,2 miliardi di euro per creare un canale di 105 km, che collegherà i fiumi Senna e Scheld.

Nelle intenzioni, i mattoni del ponte saranno conservati per la sua successiva ricostruzione su linee simili all’originale, sebbene con un arco centrale più largo e più alto. Eppure le proteste della folla accorsa sulle rive del fiume si sono sollevate già quando alcuni dei mattoni sono stati visti cadere in acqua. A protestare c’era pure il ministro per l’energia del Belgio, Marie-Christine Marghem: “Ovviamente non vedo nessuna pietra numerata – ha commentato, sarcastica -. Sono ai piedi del nostro Pont des Trous fin dall’alba, per vedere come gli assassini istituzionali attaccano un monumento sotto l’occhio cupo dei piccoli potentati locali”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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