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Blitz degli Schutzen sudtirolesi “No all’ingiustizia italiana del ’22”

BOLZANO. Nel giorno dell’anniversario della nascita di Tolomei ha visto squadre Schützen  in azione per modificare 600 cartelli. L’iniziativa di protesta cade nel giorno di nascita di Ettore Tolomei, il 16 agosto 1865. Tolomei, infatti, si occupo della redazione della toponomastica in Alto Adige. Esponente dell’irredentismo italiano, nel 1906 iniziò la stesura del “Prontuario dei nomi locali dell’Alto Adige”, pubblicato poi a Roma dalla Reale Società Geografica Italiana nel 1916, che modificò ottomila nomi di località del territorio altoatesino.

“Da 97 anni – ha affermato in una nota, come riporta l’Ansa, il comandante degli Schützen altoatesini Jürgen Wirth Anderlan – la questione della toponomastica è irrisolta. Siamo su un’altalena, che è in movimento, ma non fa passi avanti”. Il nome in tedesco dei luoghi è stato sostituito con “Dna Seit 97J”, ovvero “deutsch nicht amtlich seit 97 Jahren” (il tedesco non è più ufficiale da 97 anni. Gli Schützen altoatesini hanno messo in atto questa spettacolare protesta, coprendo la scritta tedesca su seicento cartelli stradali. Negli ingressi delle località altoatesine il nome tedesco è stato coperto infatti con la scritta Dna Seit 97J, ovvero “deutsch nicht amtlich seit 97 Jahren” (non ufficiale da 97 anni). I Cappelli piumati affermano in una nota di voler protestare in questo modo “contro l’ingiustizia iniziata nel 1922 e tuttora in atto”. Gli Schützen si riferiscono alla questione della toponomastica e hanno scelto per la loro iniziativa il compleanno di Ettore Tolomei, autore del prontuario dei toponomi altoatesini, nato appunto il 16 agosto 1865. “Da 97 anni la questione della toponomastica è irrisolta. Siamo su un’altalena, che è in movimento, ma non fa passi avanti”, afferma in una nota il nuovo comandante degli Schützen altoatesini Jürgen Wirth Anderlan. “In questa ferita aperta della nostra storia – prosegue – le associazioni turistiche e le aziende gettano sale utilizzando l’opera di Tolomei e le sue invenzioni pseudo italiane”.

Gli Schützen ricordano che nell’ultimo secolo l’Alto Adige ha “vissuto una storia dolorosa, ma anche di successo con due guerre mondiali, la sottomissione, l’opzione, le bombe e le torture”. “Non è giusto, scrivono – gli Schützen – che per un eccesso di tolleranza verso un altro gruppo etnico e per la pacifica convivenza il gruppo linguistico tedesco debba accettare tutto”. Gli eredi di Andreas Hofer concludendo invitano a prendere la Svizzera come esempio: “Lasciamo essere gli italiani italiani, i tedeschi tedeschi e i ladini ladini”. “Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di politici che abbiano il coraggio di prendere decisioni che non diano spazio a crimini culturali e a fascismo”, così Jürgen Wirth Anderlan.

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