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Brasile, capo tribù indigeno ucciso dai “garimpeiros”

BRASILIA. Sono decine i cercatori d’oro che nei giorni scorsi hanno invaso una parte remota della riserva indigena Waiapi nello stato di Amapà in Amazzonia. I “garimpeiros”, come vengono chiamati i cercatori illegali d’oro e diamanti, hanno preso il controllo di un villaggio dove il leader locale è stato pugnalato a morte. A lanciare l’allarme è stato un senatore dello Stato, Randolfe Rodrigues, che aveva ricevuto messaggi disperati durante il weekend. Rodrigues ha pesantemente criticato la posizione del presidente Jair Bolsonaro che ha aperto le riserve indigene allo sfruttamento minerario.

L’attivista Marina Amapari ha riferito che l’omicidio è avvenuto lo scorso mercoledì nel villaggio di Marity. E dopo l’assassinio altri cercatori si sono uniti a quelli già presenti sul territorio, obbligando gli indigeni a fermarsi nella zona e a raggiungere le proprie case in barca o con veicoli improvvisati.

“Sono pesantemente armati, hanno fucili automatici e mitragliatrici. Chiediamo alla polizia federale di difenderci. Siamo dovuti fuggire dalle nostre case”, ha precisato Kereni Waiãpi, 26 anni, un membro della tribù. Ieri la polizia federale e le forze d’élite sono arrivate nella zona per ricostruire l’accaduto.

Il senatore Randolf Rodrigues, dello stato di Amapà, ha criticato la posizione del presidente Jair Bolsonaro che ha aperto le riserve indigene allo sfruttamento minerario.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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