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Il caldo anomalo anticipa le primizie di un mese

ROMA. Le prime fave sono già raccolte nel Lazio con quasi un mese di anticipo, in Puglia i piselli hanno accelerato di due settimane e sono pronti al consumo e nel Veneto gli asparagi sono maturati oltre 10 giorni prima del normale; nei banchi del mercato di Campagna Amica di Roma gli agricoltori vendono già anche le fragole, il carciofo romanesco, gli agretti, le zucchine e le erbe spontanee: lo rileva Coldiretti, in riferimento agli effetti concreti dei cambiamenti climatici in occasione dell’ultimo weekend alla vigilia della primavera dedicato all’arrivo delle primizie in tutta Italia

I mandorli in Sicilia si sono risvegliati con almeno un mese di anticipo

La finta primavera quest’anno ha provocato uno shock alle coltivazioni ingannate dall’insolito tepore che ha fatto maturare in modo repentino e simultaneo gli ortaggi rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta. Il risultato è un boom di primizie sui banchi di verdure e ortaggi dove è possibile trovare una grande varietà di offerta made in Italy. “A preoccupare – sostiene la Coldiretti – sono invece le piante da frutto, dai mandorli agli albicocchi fino ad alcune varietà di pesche, che si sono risvegliate in forte anticipo rispetto all’arrivo della primavera e, in molti casi, sono fiorite e risultano ora particolarmente vulnerabili ad un eventuale ritorno del maltempo. Se in Sicilia i mandorli sono sbocciati una settimana prima in Romagna per gli albicocchi si registra una accelerazione di ben quindici giorni”.

Indubbiamente, l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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