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Cannes, per Bellocchio e “Il traditore” 13 minuti di applausi

CANNES. E’ stata davvero un’accoglienza da trionfatore. Poche volte era accaduto nella sua carriera di affermato regista di vivere una standing ovation del genere: 13 minuti ininterrotti di applausi. Protagonista Marco Bellocchio, che ha ricevuto un’accoglienza superiore alle attese della vigilia, per la premiere mondiale del suo film “Il traditore” in gara per la Palma d’oro al Festival di Cannes. Il nome “Marcò”, con l’accento sullo o, giustamente alla francese è stato ritmato dal pubblico in sala, mentre gli attori si abbracciavano in maniera affettuosa: dal protagonista Pierfrancesco Favino a Luigi Lo Cascio, a tutti gli altri.

cannes, il traditore
Un sorridente Marco Bellocchio, regista del film “Il traditore“, in gara al Festival di Cannes.

“Vi devo davvero ringraziare di questa accoglienza, è stata un’esperienza meravigliosa”, ha detto Bellocchio. Gli applausi sono durati moltissimo, tra le migliori accoglienze dei film a Cannes quest’anno. E scusate se è poco!

La trama. Siamo nella Sicilia degli anni Ottanta. È guerra aperta fra le cosche mafiose: i Corleonesi, capitanati da Totò Riina, sono intenti a far fuori le vecchie famiglie. Mentre il numero dei morti ammazzati sale come un contatore impazzito, Tommaso Buscetta, capo della Cosa Nostra vecchio stile, è rifugiato in Brasile, dove la polizia federale lo stana e lo riconsegna allo Stato italiano. Ad aspettarlo c’è il giudice Giovanni Falcone che vuole da lui una testimonianza indispensabile per smontare l’apparato criminale mafioso. E Buscetta decide di diventare “la prima gola profonda della mafia”. Il suo vero nemico (almeno fino alla strage di Capaci) non è però Riina ma Pippo Calò, che è “passato al nemico” e non ha protetto i figli di Don Masino durante la sua assenza: è lui, secondo Buscetta, il vero traditore di questa storia di crimine e coscienza che ha segnato la Storia d’Italia e resta un dilemma etico senza univoca soluzione.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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