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Cina, dieci morti nell’esplosione di un impianto a gas

YIMA. E’ salito a 10 il numero delle vittime di una esplosione avvenuta ieri in un impianto di gas a Yima, nella Cina centrale. Altre 19 persone sono rimaste gravemente ferite e cinque sono disperse. Lo riferisce il dipartimento delle comunicazioni della città di Sanmenxia in un post sui social media. L’esplosione, avvenuta venerdì sera, ha frantumato i vetri delle finestre a tre chilometri di distanza, e ha buttato giù le porte degli edifici, secondo quanto riferito dai media statali cinesi. Tutta la produzione è stata interrotta.

In Cina gli incidenti nelle fabbriche sono frequenti nonostante il governo centrale abbia ordinato di migliorare la sicurezza nelle fabbriche, nelle centrali elettriche e nelle miniere. Più di 60 persone sono morte a marzo in un’esplosione di un impianto chimico nella provincia orientale di Jiangsu. Tra gli incidenti più gravi, l’esplosione del 2015 in un magazzino chimico nella città portuale di Tianjin che ha ucciso 173 persone, la maggior parte pompieri e agenti di polizia. Il bilancio delle vittime dell’esplosione avvenuta giovedì 21 marzo in Cina, in un impianto che produce fertilizzanti chimici di proprietà della Tianjiayi Chemical a Yancheng, è salito a 78: le autorità della provincia di Jiangsu hanno reso noto che finora 56 corpi sono stati identificati. Nell’esplosione (la cui potenza è stata tale da provocare anche un terremoto di lieve entità) sono rimaste ferite anche 640 persone: la deflagrazione è stata avvertita a km di distanza dalla fabbrica, ed ha danneggiato vetri e finestre di molti edifici. La Tianjiayi Chemical Company è stata sottoposta già in passato a dei controlli per scarsi standard di sicurezza.

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