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Compie 68 anni Marco Risi, il regista italiano di “Mery per sempre”

Nasce il 4 giugno 1951 lo sceneggiatore, produttore, e regista italiano Marco Risi, figlio del regista Dino Risi. A 20 anni inizia a lavorare come assistente alla regia, per poi passare alla sceneggiatura di “Caro papà” nel 1979″, e “Sono fotogenico” nel 1980, entrambi diretti dal padre. L’esordio alla regia avviene con il film “Vado a vivere da solo”, dove lavorano un giovane Jerry Calà, oltre a Lando Buzzanga, e Francesco Salvi. Nel tempo Risi si avvicina a un genere cinematografico di denuncia, con le pellicole “Soldati, 365 all’alba”, “Mery per sempre”, “Ragazzi fuori”, “Il muro di gomma”, e “Il branco”. Alla fine degli Anni Novanta, invece, realizza “L’ultimo capodanno” un noir tratto da un racconto di Niccolò Ammaniti, mentre nel 2001 “Tre mogli”, una commedia al femminile.

marco risi

Risi ha scoperto e lavorato con attori noti, tra cui Claudio Amendola, Michele Placido, Ricky Memphis, Luca Zingaretti, Monica Bellucci, Claudio Santamaria, Alessandro Haber, Diego Abatantuono, ma anche con un cast, come quello di “Mery per sempre” preso dalla strada sulla scia del neo-realismo. Gli Anni Novanta, quelli dei grandi successi, precedono i Duemila, in cui è alla regia del film biografico “Maradona, la mano de Dios”, e affronta la morte del padre, ricordato in un cameo nel film di Virzì “La prima cosa bella” (2010), dove Marco Risi interpreta proprio il ruolo di Dino Risi, sul set ricostruito de “La moglie del prete” (1970).

marco risi, locandina film "mary per sempre"

L’ultimo film, una fiction Rai, è di aprile 2019. Dopo “L’ultimo padrino”, “Fortapasc”, “Cha Cha Cha”, “Tre tocchi”, “Natale a cinque stelle”, “l’Aquila – Grandi speranze” racconta le vite degli abitanti della città ridotta in macerie nel 2009, un anno più tardi, quando ognuno prova a riprendere in mano i fili della propria esistenza. «Questa è la zona, qui c’erano le barriere dove non si poteva passare perché secondo la polizia sarebbe stato pericoloso, perché poteva venire giù qualcosa, ma i cittadini stanchi dopo un anno e mezzo hanno deciso di rompere queste barriere e sono andati verso la zona rossa iniziando a togliere tutte le macerie e a fare quella che poi si è chiamata “la giornata delle carriole”. All’improvviso con quella manifestazione si è sentito un gran trambusto, una gran voglia di vivere, ricominciare, ricostruire, quello è stato un segnale molto forte venuto dalla città e arrivato alle istituzioni, dopo un anno e mezzo che non succedeva nulla. Ecco qui abbiamo girato la prima scena», ha spiegato Risi.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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