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Continuano gli scontri a Barcellona fra barricate e fuochi

BARCELLONA. Gruppi di manifestanti hanno eretto barricate e acceso fuochi in mezzo a diverse strade del centro di Barcellona, come sul Paseo de Gracia e nella via Pau Claris. La polizia sta intervenendo per disperderli. Secondo i servizi sanitari ci sarebbero stati finora quattro feriti, mentre la polizia ha parlato di tre persone arrestate. In precedenza dopo momenti di grande tensione, con i manifestanti che urlavano slogan e lanciavano oggetti contro la polizia, questa ha caricato la manifestazione indipendentista nella Via Laietana, al centro di Barcellona. Questo è il resoconto de La Vanguardia. I Mossos D’Esquadra, la polizia catalana, ha invitato su twitter i cittadini a non avvicinarsi alla zona, dove prosegue il lancio di oggetti contundenti contro gli agenti. Circa 350mila persone hanno preso parte alla nuova marcia di protesta contro le dure condanne inflitte ai leader indipendentisti.

Non c’era finora stato alcun incidente. Secondo i media locali, in 10.000 circa si sono radunati in serata nella Via Laietana, dove si trova il comando della polizia nazionale a Barcellona, e dove sono avvenuti gli scontri. La polizia – che ha risposto al lancio di oggetti – ha caricato in varie occasioni. Un primo bilancio parla di quattro feriti e tre arresti.   Il bersaglio dei manifestanti è l’Alta corte di Madrid, che 16 giorni fa ha condannato nove leader indipendentisti, rei di aver promosso il referendum secessionista del 2017, a pene tra i 9 e i 13 anni di carcere. Con il risultato di un’ondata di proteste, costate finora circa seicento feriti e decine di arresti, dopo l’infiltrazione di gruppi violenti nei cortei pacifici. Il nuovo corteo, che si è snodato lungo Carrer de la Marina, una delle strade più lunghe della città, era scivolato via senza incidenti nel pomeriggio. “Nessuna violenza ci rappresenta”, hanno sottolineato gli organizzatori dell’adunata, l’Assemblea Nazionale Catalana e dall’associazione Omnium Cultural, che hanno richiamato oltre 100 sigle di organizzazioni della società civile, culturali, economiche, sindacali. Altrettanto chiaro è stato il messaggio politico: “I nostri leader sono stati detenuti ingiustamente e nessuna sentenza cambierà i nostri obiettivi”: ossia, l’indipendenza della Catalogna. Torra, prima della manifestazione, ha cercato di serrare le fila del movimento incontrando i sindaci di oltre 800 comuni. Ai primi cittadini il leader catalano ha assicurato che “l’autodeterminazione è una strada senza ritorno” ed ha fatto un appello all’unità: un appello quanto mai necessario, tanto più che alla sua riunione non hanno partecipato i sindaci delle cinque città piu’ grandi della Catalogna, che rappresentano un terzo della popolazione. Mancava all’appello anche la sindaca di Barcellona, Ada Colau, a cui Torra ha rimproverato una posizione troppo morbida, ancorata al dialogo a tutti i costi con Madrid.  Alla Moncloa, per ora, la porta del confronto con le autorità catalane resta chiusa. Lo ha ribadito la vicepremier Carmen Calvo, ricordando che “il governo ha incontrato gli esponenti della Generalitat in diverse occasioni, ma li ha avvertiti che parlare di diritto all’autodeterminazione è una cosa che non esiste”. E probabilmente a Madrid si confida anche nella parte della Catalogna che di indipendenza non vuol sentir parlare.

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