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Coronavirus e sistema sanitario: quali carenze e quali responsabilità?

Ogni emergenza solleva immediatamente due domande: come è potuto accadere? Di chi è la responsabilità? Ma il pensiero non corre a cercare subito le risposte (che verranno dopo), perché prima si deve trovare la risposta ad un’altra domanda: che cosa bisogna fare?

Il piano di emergenza per l’Italia, al quale nessuno aveva pensato prima che la pandemia scoppiasse, è stato redatto strada facendo, passo dopo passo, decreto dopo decreto. Ora che il piano di emergenza c’è è possibile dedicare qualche riflessione su come sia potuto accadere tutto ciò.

La questione non riguarda come sia comparso il virus (sarebbe comunque interessante saperlo), e non riguarda nemmeno il perché il Governo non abbia mai pensato di stilare un piano di emergenza per la pandemia. La questione riguarda il nostro sistema sanitario, così fortemente sollecitato nel recare soccorso ai contagiati dal virus. Rapidamente è stato raggiunto il livello di saturazione delle risorse in termini di posti letto e di personale medico e infermieristico. Si è provveduto a recuperare altri posti letto presso gli hotel, a richiamare al lavoro personale sanitario andato in pensione e ad assumere nuovi medici e infermieri.

Coronavirus sistema sanitario

La domanda cruciale è: perché mancano posti letto e perché manca personale sanitario? Una ragione è dovuta al fatto che le persone contagiate aumentano in maniera esponenziale e ciò inevitabilmente porta ad una rapida saturazione di risorse la cui quantità è per natura limitata, per cui la prima cosa da fare è (ed è stata fatta) contenere la diffusione del contagio virale attraverso la limitazione dei contatti umani ordinando alla gente di restare a casa. Ma c’è anche un’altra ragione, che non deve apparire adesso come un processo al passato, ma come uno stimolo per rendere il sistema sanitario più resiliente nel futuro, più capace di rispondere a sollecitazioni estreme mantenendo integro il suo grado di efficacia.

In passato il sistema sanitario è stato ripetutamente oggetto di tagli alle strutture e al personale. Le Unità Sanitarie Locali (Usl), dipendenti da un’organizzazione centrale a livello nazionale (cioè dallo Stato), sono divenute Aziende Sanitarie Locali (Asl) svincolate da tale organizzazione centrale per dipendere dalle regioni. Le Asl, in quanto aziende, sono responsabili del proprio pareggio di bilancio; per rispettarlo potrebbero trovarsi nella condizione di dover ridurre le spese, diminuire i costi, il che significa ridurre il personale o ridimensionare le strutture (per esempio i posti letto).

Anche lo Stato ha un bilancio da gestire, e anche in questo caso sono principalmente le spese a dover essere sotto controllo e da contenere; un contenimento che è tanto maggiore quanto maggiore è il debito pubblico.

Ancora oggi il debito pubblico è il maggiore freno alla crescita in Italia. È un freno perché proprio quando ci sarebbe bisogno di interventi statali da finanziare con deficit di spesa pubblica lo Stato non può farlo perché è vincolato dal Patto di Stabilità e di Crescita che obbliga gli Stati dell’eurozona a disciplinare la spesa pubblica e il debito pubblico (il deficit non deve superare il 3% del Pil e il debito pubblico deve rimanere al disotto del 60% del Pil).

Per raggiungere gli obiettivi posti dal Patto di Stabilità i vari governi italiani che si sono succeduti dal 2001 ad oggi sono stati costretti a intervenire pesantemente sulla riduzione delle principali voci di spesa: le pensioni e la sanità. Oggi il Patto di Stabilità è stato temporaneamente sospeso per far fronte all’emergenza sanitaria ed economica, per cui lo Stato può spendere quanto è necessario per superare il periodo di emergenza.

È inutile domandarsi oggi di chi sia la responsabilità se il nostro sistema sanitario ha pochi posti letto e poco personale sanitario rispetto alle necessità indotte dal Coronavirus. Sarà invece utile, quando l’emergenza sarà passata, riflettere a fondo sul “pareggio di bilancio” da rispettare in ambito sanitario, e sulle conseguenze che altri tagli alla sanità potranno avere sulla società qualora dovesse entrare in scena qualcosa di analogo al Coronavirus.

Claudio Maria Perfetto

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