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Covid, da oggi la Lombardia è in zona arancione rinforzato

Ieri il governatore Attilio Fontana ha firmato un’ordinanza che a partire dalla mezzanotte di oggi, venerdì 5 marzo, fino a domenica 14 marzo sancisce il passaggio da zona arancione ad arancione rinforzato della Lombardia.

Si tratta di una misura quasi obbligata da parte dei vertici regionali visto il il rapido peggioramento della situazione epidemiologica riscontrato nell’ultimo periodo. La Lombardia è una tra le Regioni italiane più colpite sia da un punto di vista numerico che per quanto riguarda la variante inglese.

Già in alcuni comuni lombardi si erano dovute adottare misure urgenti come il ricorso alla zona rossa localizzata, a causa dell’alta incidenza dei casi di positività anche in relazione alle fasce d’età più giovani.

A far suonare più di un campanello d’allarme le dichiarazioni di qualche giorno fa dalla vice presidente ed assessora al Walfare, Letizia Moratti, che ha sottolineato come dai risultati effettuati su oltre 2mila campioni di tamponi positivi è emersa una percentuale pari al 64% positivo alla variante inglese. Percentuale che è raddoppiata rispetto ai dati di febbraio, dai quali era emersa una positività alla variante inglese stimata intorno al 30-35%.

Attilio Fontana, governatore della Lombardia
Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana

Zona arancione rinforzata,: cosa cambia? Cosa si può fare e cosa no?

A partire dalla mezzanotte odierna, per un totale di dieci giorni, la Lombardia passa a zona arancione rinforzato. Cosa cambia per i cittadini lombardi?

Il primo e più discusso cambiamento riguarda la scuola: è sospesa la didattica in presenza nelle istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, nelle istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado e nei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, nonché nelle scuole dell’infanzia.

Gli unici a poter proseguire la propria attività saranno i servizi educativi rivolti agli asili nido e micro nidi.

Rimarrà attivo l‘obbligo di indossare mascherine chirurgiche o presidi analoghi sui mezzi di trasporto pubblici.

Bar e ristoranti rimarranno chiusi ma sarà consentita la consegna a domicilio: per i bar l’asporto sarà possibile fino alle 18, mentre per i ristoranti fino alle 22. Negozi, barbieri, parrucchieri e centri estetici continueranno a rimanere aperti.

Non sarà possibile spostarsi tra Comuni diversi se non per motivi di salute, lavoro o necessità comprovati dall’autocertificazione. Sarà però concessa la possibilità di spostarsi entro un raggio di 30 km per i piccoli Comuni, entro i 5mila abitanti, evitando il capoluogo di Provincia.

Sarà consentito spostarsi all’interno del proprio Comune, con la raccomandazione di ridurre al minimo qualsiasi spostamento non necessario. Inoltre non sarà più consentita la visita a parenti o amici una volta al giorno entro un limite di due adulti e figli minori di 14 anni oppure le persone disabili o non autosufficienti conviventi.

Non sarà più possibile recarsi nelle seconde case, anche se ubicate all’interno della Regione. Inoltre non sarà consentito raggiungere la seconda casa anche se si proviene da un’altra Regione, anche se collocata in zona gialla o bianca.

Potrà accedere alle attività commerciali un solo componente per famiglia, anche se sarà consentito avere al seguito minori, disabili o anziani.

Infine sarà vietato utilizzare aree pubbliche attrezzate per gioco e sport, come ad esempio scivoli, altalene, campetti da gioco e similari, all’interno di parchi, ville e giardini pubblici.

Il governatore Fontana: “Comprendo i disagi, ma bisogna giocare d’anticipo contro il Covid”

Il passaggio alla zona arancione rafforzata ha creato più di qualche malumore in Regione, soprattutto tra l’opposizione e tra i movimenti di genitori e studenti contrari alle chiusure delle scuole.

Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha utilizzato un analogia calcistica per spiegare i motivi della tanto discussa decisione:

“Il tema è quello di giocare d’anticipo. Comprendo benissimo che una cosa di questo genere crea disagi e sono il primo a dispiacermene. Però se c’è una cosa che abbiamo imparato è che dobbiamo a tutti i costi cercare di anticipare i contagi e l’andamento dell’epidemia”.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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