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Da stanotte il Giappone ha un nuovo imperatore: è Naruhito

TOKYO. Si è tenuta (nella notte italiana) in Giappone la cerimonia che per l’ascensione al trono dell’imperatore Naruhito, 59 anni, dopo l’abdicazione ieri del padre Akihito, 85 anni. Il primo rito, che si è svolto nella Sala dei Pini “Matsu-no-Ma”, ha avuto la durata di 10 minuti: il nuovo sovrano ha ricevuto le insegne reali, tra cui la gemma e la spada. Alla cerimonia non era consentita la presenza delle donne della famiglia regnante.

Nella seconda cerimonia alle 11.10 (4.10 in Italia), il nuovo imperatore ha pronunciato il suo primo discorso da imperatore. Il premier giapponese Shinzo Abe ha fatto un breve discorso a nome del popolo. “Prometto che penserò sempre alle persone, che starò loro vicino, che agirò in accordo con la Costituzione e che adempierò alla mia responsabilità come simbolo dello Stato e dell’unità del popolo giapponese”, sono state le sue prime parole pronunciate nella Camera del pino del Palazzo imperiale e trasmesse al Paese in diretta televisiva. Parole del tutto in linea con il messaggio che per 30 anni ha trasmesso il padre. Presenti erano anche la nuova imperatrice Masako, e tutti gli altri membri della famiglia reale, incluse le più alte cariche istituzionali dello stato.

A entrambi i riti non ha partecipato il padre e imperatore emerito Akihito. Da oggi ha anche inizio il primo giorno della nuova era denominata “Reiwa” (ordine e armonia), storicamente il periodo che di norma è associato al regno del sovrano.

Naruhito è il primo imperatore nato e cresciuto dopo la Guerra, libero dalla scomodissima eredità dell’omonimo nonno. Laureato in Storia, ha studiato per due anni a Oxford, dove ha fatto ricerca sulla storia della navigazione lungo il Tamigi. Gioca a tennis, suona la viola, è appassionato di jogging e di montagna, molti si aspettano che con il tempo, staccandosi dalle orme paterna, farà della difesa dell’ambiente la sua battaglia principale.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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