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Decreto sostegni, ora in Gu: requisiti, modulo e data entro cui fare domanda

Il Decreto sostegni a lungo atteso dalle varie categorie maggiormente colpite dagli effetti economici della pandemia ora è legge, è stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 marzo 2021 ed è in vigore ufficialmente da ieri 23 marzo.

Il decreto pensato per dare ‘respiro’ alle imprese ed agli operatori che hanno maggiormente accusato il colpo della pandemia interviene con uno stanziamento pari a 32 miliardi di euro. Vediamo in dettaglio quali requisiti sono necessari per poter accedere ai sostegni, dove poter compilare il modulo di richiesta e soprattutto entro quando.

Decreto sostegni e Agenzia delle Entrate: le info necessarie alla compilazione del modulo

L’Agenzia delle Entrate, sul suo portale, ha già reso pubblico il modello necessario per poter fare domanda e soprattutto le istruzioni da seguire per poter ottenere il contributo a fondo perduto.

Qui il link diretto a cui accedere per compilare il modulo: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/provvedimento-del-23-marzo-2021-cfp-decreto-sostegni, ove si legge: “Definizione del contenuto informativo, delle modalità e dei termini di presentazione dell’istanza per il riconoscimento del contributo a fondo perduto di cui all’articolo 1 del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 22 marzo 2021”

Il provvedimento attuativo del Decreto Sostegni è stato firmato da Ernesto Maria Ruffini direttore dell’Agenzia delle Entrate, lo stesso giorno dell’entrata in vigore della misura.

Le domande dovranno essere presentate entro e non oltre il 28 maggio, si potrà iniziare ad inoltrare le istanze, per chi fosse provvisto dei requisiti richiesti dal Governo, a partire da mercoledì 30 marzo, le stesse dovranno essere inviate unicamente attraverso i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate, anche tramite intermediario qualora non si fosse in grado di procedere alla corretta compilazione del modulo in autonomia.

Bonus a fondo perduto: a chi spetta e a quanto ammonta il contributo

A chi spetta? Potranno farne richiesta i titolari di partita Iva che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché gli enti commerciali e del terzo settore, che abbiano subito perdite di fatturato, tra il 2019 ed il 2020, pari almeno al 30%, calcolato sul valore medio mensile. I richiedenti devono aver conseguito un ammontare di ricavi o di compensi non superiori a 10 milioni di euro, il limite precedente era 5 milioni di euro.

Sono invece esclusi dalla fruizione del bonus i soggetti la cui attività risulti cessata al 23 marzo o abbiano attivato la partita Iva successivamente Il contributo spetta anche in assenza del requisito del calo di fatturato/corrispettivi per coloro che hanno attivato la propria partita iva post 1 gennaio 2019, sempre che rispettino il presupposto del limite di ricavi o compensi di 10 milioni di euro.

A quanto ammonta il contributo? Dipende chiaramente dal calo del fatturato, e si basa su cinque fasce, di cui avevamo già parlato approfonditamente in un nostro precedente articolo, che qui riportiamo sommariamente:

  • indennizzo del 60% per le imprese che hanno avuto ricavi e compensi nel 2019 fino a 100mila euro,
  • del 50% per le imprese con compensi tra 100mila e 400mila euro,
  • del 40% per le imprese tra 400mila e 1 milione,
  • 30% tra 1 e 5 milioni
  • 20% tra 5 e 10 milioni.

Tale meccanismo essendo proporzionale dovrebbe dunque garantire ristori sufficienti ed una boccata di ossigeno a ristoratori, imprese, e proprietari di palestre che sono ormai al collasso, sia per le chiusure, quanto per l’assenza di sostegni da troppi mesi ormai.

Giacché, come dicevamo, fornitori e spese vive continuano ad essere da pagare, con le difficoltà più che ovvie per le categorie in difficoltà, che hanno ormai eroso gran parte dei loro risparmi per potersi ‘barcamenare’ in questi difficili mesi.

Resta garantito un contributo minimo per le persone fisiche che non potrà essere inferiore a 1.000 euro e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Ma vi è altresì un limite massimo di contributo riconosciuto, che non potrà eccedere 150mila euro. Il contributo, quando e se la domanda verrà accolta positivamente, verrà accreditato direttamente sul contro corrente del richiedente indicato al momento della compilazione del modulo di richiesta oppure potrà essere utilizzato come credito d’imposta in compensazione. Come si può verificare se l’istanza è stata accolta?

Nuovo bonus a fondo perduto: dove verificare se la domanda è stata accettata?

Per ogni domanda presentata sarà cura del sistema dell’Agenzia effettuare delle verifiche e rilasciare la ricevuta al soggetto che ha trasmesso l’istanza, qualora l’esito fosse poi positivo sarà la stessa Agenzia a comunicare l’avvenuto mandato di pagamento del contributo, visibile nell’area ‘Fatture e Corrispettivi’ o il riconoscimento del sostegno come credito d’imposta qualora il richiedente abbia optato per questa scelta .

E’ complicato compilare il modulo? Vi è da dire che l’Agenzia delle Entrate sul sito ha pubblicato tutte le istruzioni, ragion per cui è sufficiente seguirle pedestremente al fine di non commettere inesattezze che potrebbero portare a non ottenere il fondo perduto oppure a ritardi. Per prima cosa nel modulo, che troverete al link su indicato che vi riporta direttamente nell’Agenzia delle entrate, va indicato il codice fiscale del richiedente.

Fisco e tasse ben riporta gli step fondamentali, che qui vi riprendiamo, giacché ci paiono sufficientemente esaurienti:

  • “Il riquadro sottostante “Rappresentante firmatario dell’istanza” va compilato con il codice fiscale dell’eventuale persona fisica che ha la rappresentanza legale: se il richiedente è un soggetto diverso da persona fisica e scrivendo il codice 1 nella casella di fianco. Codice 2 se il richiedente è una persona fisica”
  • “Nel riquadro sottostante vanno indicati con una crocetta la fascia in cui rientrano i ricavi complessivi della propria attività relativi all’anno 2019, annualità a cui fa riferimento il Decreto Sostegni per il calcolo del contributo da ricevere, e l’importo medio mensile del fatturato e dei corrispettivi relativi agli anni 2019 e 2020”.

Bisogna poi ricordarsi, ma il sistema guida in tal senso al fine che nessuno faccia dimenticanze importanti, di inserire il codice iban del conto corrente che deve essere intestato al soggetto che fa richiesta del fondo perduto. E bisogna indicare se si vuole ottenere l’accredito oppure se si vuole mantenere il credito come credito d’imposta, barrando all’atto della domanda la casella, la scelta poi è irrevocabile.

Qualora l’istanza fosse invece trasmessa da un intermediario, ne va inserito il codice fiscale

Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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