• DAL MONDO

F-16V a Taiwan, la Cina minaccia sanzioni alle ditte Usa

PECHINO. Nuove tensioni fra la Cina rossa capital-comunista ed espansionista e gli Stati Uniti d’ America. La Cina infatti minaccia sanzioni a tutte le aziende americane coinvolte nella vendita di 66 supercaccia F-16V a Taiwan, commessa da 8 miliardi di dollari. Il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha ribadito che gli Stati Uniti “dovrebbero annullare immediatamente” la transazione ed evitare in futuro interazioni militari con Taipei, isola che Pechino considera una provincia ribelle destinata a riunirsi con la madrepatria anche con la forza, se necessario. “Prenderemo tutte le misure necessarie per tutelare i nostri interessi”.

L’avvertimento suona come una possibilità di ulteriori recrudescenze nelle già deteriorate relazioni tra Stati Uniti e Cina dopo il caso delle proteste cinesi per il passaggio in acque considerate territoriali delle navi da guerra americane presso il Mar Cinese Meridionale. La presa di posizione è una reazione alla decisione della Casa Bianca avvenuta nel fine settimana con l’ok la vendita di ulteriori 66 aerei da combattimento F-16. Questo è già il secondo importante accordo sugli armamenti con Taiwan approvato da Washington da luglio, quando gli Stati Uniti autorizzarono la vendita di oltre 100 carri armati M1A2T Abrams e missili terra-aria. Pechino, che considera Taiwan suo territorio, ha quindi reagito alla mossa e avvertito che ci saranno ritorsioni contro ciò che ritiene violi l’annosa, pur se controversa a livello internazionale, “politica della Cina unica”. Il Governo di Taipei (la capitale dell’isola anche conosciuta come ‘Formosa’) non è tuttavia riconosciuto formalmente neppure dagli Stati Uniti e dagli altri componenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La Cina considera l’isola come propria provincia e ufficialmente la chiama ‘provincia separatista di Taiwan’.


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