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False aste immobiliari, truffa e autoriciclaggio: arrestate due persone

Ad uno dei due soggetti arrestati sono stati sequestrati beni e liquidità per circa 100mila euro

Questa mattina i militari della Guardia di Finanza di Milano e gli agenti della Polizia Postale della Lombardia stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal Gip di Milano Stefania Donadeo, a carico di due indagati. Le accuse nei loro confronti sono di truffa pluriaggravata, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento ed auto-riciclaggio.

Uno dei soggetti colpiti da misure cautelari personali, eseguite congiuntamente ad alcune perquisizioni effettuate grazie all’ausilio dei finanzieri di Udine e Campobasso, è inoltre destinatario di un decreto di sequestro preventivo su beni e disponibilità per il valore complessivo di circa 100 mila euro.

Studi legali inesistenti e siti web fuori legge

Le indagini , coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano sotto la supervisione del Procuratore Aggiunto Eugenio Fusco e del Sostituto Procuratore Carlo Scalas, hanno permesso di individuare gli autori di reiterate truffe perpetrate ai danni di ignari cittadini mediante false aste immobiliari e mobiliari.

Gli inquirenti hanno scoperto che i soggetti indagati avevano creato in maniera fraudolenta alcuni domini web e indirizzi di posta elettronica. In tali siti e email venivano richiamati studi legali inesistenti grazie all’ausilio di documentazione artefatta che riportava i nominativi di magistrati effettivamente in servizio.

Ricevevano i proventi degli illeciti in conti correnti intestati a persone ignare e poi li trasformavano in criptovalute

Inoltre gli stessi avevano provveduto ad attivare e intestare falsamente diverse utenze telefoniche, nonché ad aprire conti correnti a nome di persone ignare presso banche online nazionali ed estere. Tali rapporti bancari venivano quindi utilizzati per ricevere bonifici dalle persone offese, convinte di versare somme a titolo di caparra per l’acquisto di immobili e autovetture.

I proventi della truffa venivano successivamente dirottati verso conti correnti accesi presso una banca tedesca ed intestati ad un noto exchanger in criptovalute statunitensi, integrando in tal modo anche il reato di autoriciclaggio.

La tempestività dell’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano ha consentito di scoprire il sistema fraudolento e di recuperare il denaro sottratto dagli indagati.

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