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Fra Pechino e Washington prosegue la guerra dei dazi

PECHINO. Pechino minaccia ritorsioni se Washington aumenterà i dazi sulle importazioni cinesi il 1 settembre. Il governo cinese ha reso noto che adotterà le “contromisure necessarie”, senza fornire dettagli. Donald Trump aveva annunciato un aumento delle tariffe doganali del 10% entro il primo settembre, ma poi aveva deciso uno slittamento a dicembre per alcuni prodotti. Di questo slittamento, tuttavia, Pechino non fa menzione. Se l’impasse continua, la Federal Reserve o le Banche centrali di tutto il mondo prenderanno in considerazione l’opzione di un taglio dei tassi di interesse, e lo stiamo vedendo.

La prima reazione all’escalation delle tensioni commerciali viene sempre dai mercati azionari: l’azionario cinese sarà colpito più duramente, poi sarà la volta dei mercati emergenti, in particolare Paesi come il Brasile, che fornisce le materie prime di cui la Cina ha bisogno per alimentare la propria economia, e poi il resto del mondo, compresi i mercati statunitensi. Ad ogni modo, i cinesi saranno rapidi nel rispondere. Infatti, hanno molte leve da tirare, tra cui nuove misure di stimolo, la svalutazione della moneta, il taglio delle tasse, incrementare il finanziamento di progetti infrastrutturali e permettere alla disponibilità di credito di crescere a un ritmo più sostenuto. Se Pechino inizierà a nutrire timori circa la crescita economica, probabilmente prenderà alcune, se non tutte, queste misure.

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