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Gli abiti del futuro potrebbero essere figli dei calamari

ROMA. Tessuti che si auto-riparano, rivestimenti anti-abrasione e abiti smart. Ecco alcune delle possibili applicazioni del materiale che potrebbe diventare un’alternativa alla plastica. Si tratta di un derivato da una proteina scoperta nei denti ad anello che sono sui tentacoli dei calamari. A scoprirlo sono stati i ricercatori dell’Università della Pennsylvania e a darne notizie è la rivista Frontiers in Chemistry. Per i ricercatori, la proteina, amica dell’ambiente e biodegradabile, potrebbe rivoluzionare il mondo dei materiali in tantissimi campi, a partire da energia, biomedicina e abbigliamento. “La natura produce tantissimi materiali con proprietà eccezionali e che possono essere ingegnerizzati per migliorarne le caratteristiche”, ci tengono a ribadire gli stessi ricercatori.

La proteina dei calamari, chiamata Srt, ha attirato grande interesse per le sue molteplici peculiarità: è elastica, flessibile, resistente e in grado di auto-ripararsi, oltre ad avere proprietà ottiche e termiche. Tutto ciò grazie ai mattoncini costituenti di questa proteina, che possono arrangiarsi in molti modi diversi determinandone le tante caratteristiche. La proteina in questione potrebbe fornire tessuti resistenti alle abrasioni che avvengono in lavatrice e che sono una delle principali fonti di inquinamento da microplastiche, o rivestimenti che si auto-riparano per equipaggiamenti destinati alla protezione da agenti chimici e biologici pericolosi. La proteina può anche essere integrata con altri materiali o tecnologie, ad esempio per vestiti “intelligenti” che difendono dalle sostanze inquinanti e allo stesso tempo monitorano la salute di chi li indossa.

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