C’è chi lo ha definito un colpo di scena imprevisto, ma da un vecchio volpone come Beppe Grillo c’era da aspettarselo: in un video pubblicato sul suo blog il garante del Movimento 5 Stelle ha annunciato il rinvio del voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau in merito all’adesione o meno dei pentastellati al governo Draghi.
Il motivo della decisione del fondatore del Movimento è presto spiegato: evitare una spaccatura interna che potrebbe mettere a repentaglio il futuro politico del gruppo. Come si è potuto evincere dalle ultime elezioni amministrative e dai più recenti sondaggi il M5S rispetto alle elezioni del 2018 ha registrato un vero e proprio crollo verticale passando dal 32% delle preferenze al 16% circa, attestando un dimezzamento dei consensi. Grillo sa che da oggi fino al 2023, data delle elezioni politiche, si gioca gran parte del futuro dei pentastellati e un’eventuale scissione, con il gruppo capeggiato da Alessandro Di Battista, non farebbe altro che indebolire ulteriormente il partito.
Il deus ex machina pentastellato, intuito il pericolo, ieri sera ha deciso di intervenire tempestivamente e pubblicare un video sul suo blog nel quale ha ufficialmente bloccato il voto su Rousseau. Alla platea virtuale ha spiegato che prima di potersi esprimere su un tema così delicato sarebbe giusto aspettare che Draghi esponga pubblicamente il programma di governo. Perché durante la consultazione con lo stesso Grillo e suoi esponenti il premier incaricato è sembrato realmente interessato ad accogliere le richieste pentastellate su temi sensibili al movimento come l’ambiente e la possibile creazione del Ministero della Transizione Ecologico Sostenibile, il reddito di cittadinanza, il Recovery Fund, la gestione dell’emergenza sanitaria e la creazione di nuovi posti di lavoro.
La sostanza è che i vertici pentastellati vogliono sentirsi ribadire gli stessi concetti davanti all’opinione pubblica perché non si fidano cecamente dell’ex presidente della Bce. Il passaggio nel quale si evince questa titubanza è nella parte iniziale del discorso, quando lo show man genovese afferma senza fronzoli: “Il discorso è che questa persona è aperta, finge, non finge, è sincero, non sincero, io aspetterei quando farà le dichiarazioni che ha fatto a noi in modo pubblico“.
Grillo parla inoltre paragona ruolo di Draghi a quello del dentista che si ritrova a prestare il proprio servizio davanti ad una bocca che da una parte è cariata e marcia, riferimento non troppo velato alla Lega, e dall’altra deve salvare la parte sana. “Mi aspettavo di trovarmi di fronte il banchiere di Dio – ironizza il fondatore del Movimento – e invece è un grillino“. Simpatico anche il momento nel quale svela che il presidente del Consiglio incaricato lo ha definito l’Elevato, capace con il suo partito di cambiare la politica in Italia con l’onestà, un’impresa ai limiti del miracolo.
In ultima battuta l’attivista chiede agli iscritti di avere pazienza ancora qualche giorno perché l’esigenza è quella di capire se Draghi intenderà appoggiare di più una parte della maggioranza allargata che si sta delineando oppure sceglierà di agire in maniera equa e corretta nei confronti di tutti i partner di governo.
Proprio questa mattina il capo politico M5S Vito Crimi, per dar seguito alle parole di Grillo, in un post sul blog delle Stelle annuncia ufficialmente lo stop momentaneo al voto su Rousseau: “Il voto sul governo previsto dalle ore 13.00 di oggi è temporaneamente sospeso. I nuovi orari di inizio e termine votazione saranno successivamente comunicati“.
Oggi altro giro di consultazioni per il premier incaricato Mario Draghi che dalle 10:30 alle 17:30 incontrerà i delegati di regioni ed enti locali, le parti sociali e alcune importanti organizzazioni ambientaliste