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Greta Thunberg sconfessa un pr che ha usato la sua immagine

ROMA. Greta Thunberg (l’attivista sedicenne svedese per il clima) ha sconfessato un pr svedese che aveva usato una sua foto per fare pubblicità alla sua società di consulenza, e ha ottenuto il ritiro della sua immagine e le scuse del pr. Lo racconta il quotidiano britannico Daily Mail. Al centro della vicenda c’è il consulente di pubbliche relazioni svedese Ingmar Rentzhog. Quest’ultimo, nell’ottobre del 2018, quando Greta era diventata famosa per il suo sciopero da scuola davanti al parlamento svedese, l’aveva invitata a far parte del Comitato consultivo giovanile della sua fondazione ambientalista no profit “We Don’t Have Time” (Non abbiamo tempo).

Contemporaneamente però, aveva cominciato ad usare la foto di Greta in sciopero per raccogliere fondi su internet per la sua nuova società di consulenze su temi ambientali, all’insaputa di Greta stessa e dei suoi genitori (l’attore Svante Thunberg e la cantante Malena Ernman, molto nota in Svezia). La startup si chiama come la fondazione, “We Don’t Have Time”.
“Sono stata per breve tempo una giovane consulente del comitato della fondazione no profit We Don’t Have Time – ha scritto Greta al Daily Mail -. E’ successo che questi hanno usato il mio nome come parte di un altro settore della loro organizzazione, che è una startup commerciale. Loro hanno ammesso chiaramente di aver fatto questo senza che io o la mia famiglia ne fossimo a conoscenza. Io non ho più connessioni con We Don’t Have Time. Né le ha qualcuno nella mia famiglia. Loro si sono profondamente scusati con me e io ho accettato le loro scuse”. Rentzhog era stato accusato dal giornale svizzero di destra Die Weltwoche di essere il burattinaio dietro la fama internazionale di Greta. Il giornale aveva fatto notare come, pochi giorni dopo l’inizio dello sciopero scolastico per il clima di Greta (cominciato il 20 agosto 2018), sua madre Malena avesse pubblicato un libro, “Scener ur hjärtat” (Scene dalla Terra). In questo parlava del suo rapporto con le figlie Greta e Beata (13 anni, anche lei con una forma leggera di autismo), e di come queste avevano influenzato il suo modo di porsi di fronte ai problemi dell’ambiente e del clima. Rentzhog, quando era iniziato lo sciopero, aveva subito postato sui social una foto della ragazza. Weltwoche lanciava quindi il sospetto che l’iniziativa della giovane non fosse una sua idea, ma una campagna mediatica orchestrata da adulti.

“Questi pensano che io sia il genio delle pubbliche relazioni dietro a Greta – ha dichiarato Ingmar Rentzhog al sito americano Vice -. Che io scriva i suoi discorsi e organizzi i suoi incontri con i giornali. Ma questo semplicemente non è vero”. Il pr ha detto a Vice di aver dato soltanto dei consigli a Greta dopo che aveva cominciato la sua campagna, e di non aver nulla a che fare con il libro della madre. “Il libro doveva uscire a maggio – ha spiegato la stessa Greta su Facebook -. Ma poiché c’era stato un grosso problema con l’editore, abbiamo finito col cambiare editore, e così il libro è uscito in agosto. Prima che uscisse, i miei genitori hanno chiarito che gli eventuali proventi andranno a otto differenti ong che lavorano su ambiente, bambini malati e diritti degli animali”.

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