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I fratelli Lumière e l’invenzione che segnò la nascita del cinema

TORINO. Esattamente 125 anni fa, più precisamente il 13 febbraio 1895, Auguste Marie Louis Nicholas e Louis Jean Lumière brevettarono il cinematografo, un atto che idealmente rappresenta una delle pietre fondanti sulle quali si è sviluppata l’arte del “cinema” ancora sconosciuta a fine Ottocento.

In molti potranno obiettare in quanto un certo Thomas Edison, inventore della lampadina e della sua fabbricazione a livello industriale, progettista e produttore del fonografo, presentò il 20 maggio 1891 in pubblico il suo primo film “Dickson greeting”.

L’imprenditore statunitense riuscì nell’impresa grazie all’ausilio del kinetoscopio: una macchina costituita da una grande cassa, sulla cui sommità si trovava un oculare nel quale lo spettatore poggiava l’occhio e girando una manovella poteva guardare il film montato nella macchina su rocchetti.

Lo strumento attirò numerosi curiosi dopo le prime esposizioni e galvanizzato dal successo riscosso dimenticò di depositare il brevetto dell’apparecchio; una mossa poco astuta della quale approfitteranno i due fratelli francesi.

Lumière

Durante l’estate del 1894 Antoine Lumière, padre dei due fratelli, assistette ad una rappresentazione pubblica del “Kinétoscope” , svoltasi a Parigi, organizzata da Edison stesso. Colpito positivamente dall’invenzione, una volta rientrato a Lione sede storica dell’azienda di famiglia, esortò i propri figli a progettare un apparecchio simile a quello visto.

I fratelli Lumière con duro impegno e dedizione in meno di un anno riuscirono a creare e brevettare il cinematografo: uno strumento in grado di catturare e riprodurre immagini, unendo le proprietà di una camera da presa e di un proiettore. Per la prima volta nella storia attraverso un insieme di fotogrammi montati in sequenza la realtà non appariva più statica, bensì ripresa in un continuo divenire.

Per i due inventori francesi questa ideazione rappresentò il culmine degli studi intrapresi da molti anni; iniziarono a lavorare col padre nell’azienda manifatturiera produttrice a livello industriale piatti fotografici, conducendo esperimenti sul procedimento fotografico e sul movimento delle immagini.

Il 1855 fu decisivo, vennero a conoscenza della scoperta di George Eastman che aveva brevettato la pellicola cinematografica. La conoscenza di questa creazione rappresentò il punto di partenza per arrivare alla loro variante : una pellicola dotata di fori di trascinamento, una caratteristica che li distinse rispetto a tutte le altre versioni e imitazioni dell’epoca.

Progettarono di far trascinare la pellicola a scatti, grazie al supporto dotato dai fori stessi, attraverso l’ausilio di una piccola scatoletta di legno dotata di manovella. Un’altra peculiarità che lo rende unico per l’epoca è il fatto che attraverso il cambio di una lente lo strumento possa fungere sia da camera che da proiettore.

Il brevetto venne depositato il 13 febbraio 1895 e la prima pellicola girata fu il 19 marzo del medesimo anno, il film in questione era “L’uscita dalle officine Lumière” (La sortie de l’usine Lumière). Il cortometraggio fu proiettato il 28 dicembre per la prima volta a Parigi al  al Grand Café sul Boulevard des Capucines.

L’immediato successo fece arrivare ai due cineasti numerose richieste di locazione degli apparecchi, che in breve tempo fecero il giro del mondo. Convinti che il cinema rappresentasse un’interesse effimero legato ad una moda passeggera, nel 1900 vendettero i diritti di sfruttamento della loro invenzione a Charles Pathé, dedicandosi ad altre invenzioni nel campo della fotografia.

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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