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I vulcani marini italiani fra Tirreno e il canale di Sicilia

I vulcani sono una presenza a cui in Italia siamo abituati. Meta per turisti e curiosi nella mitologia erano considerati dimore degli Dei o di loro prediletti “turbolenti” oppure ingressi dell’ Ade. I vulcani hanno ispirato scrittori come Jules Verne nel suo straordinario “Viaggio al centro della terra”. Ma i vulcani terrestri non sono gli unici presenti. I vulcani sottomarini italiani sono concentrati in due gruppi ben distinti, situati rispettivamente nel mar Tirreno meridionale e nel canale di Sicilia.Tra tutti questi vulcani, sicuramente il più noto è il Marsili, situato a circa 140 km a nord della Sicilia ed a circa 150 km ad ovest della Calabria. Si tratta in assoluto del più esteso vulcano d’Europa che si estende per una lunghezza di 70 km ed una larghezza di oltre 30 km.

Dal fondale si alza per tremila metri e la vetta del suo cratere è a 450 metri dalla superficie del mare. E’ considerato un vulcano attivo (fonte Cnr) ed una sua eventuale eruzione potrebbe generare un gigantesco maremoto che interesserebbe le coste siciliane, calabre e campane, che sarebbero raggiunte in meno di 30 minuti.Lungo i fianchi del Marsili, sono anche presenti crateri secondari che aumentano le preoccupazioni su questo vero e proprio “mostro” degli abissi che è anche caratterizzato da una continua debole attività sismica.Non è solo il Marsili a destare preoccupazione : anche il Magnaghi ed il Palinuro sono vulcani attivi.Il primo è più lontano dalle coste italiane, mentre il secondo, la cui sommità si trova a soli 70 metri dal livello del mare, è situato a soli 65 km dalla costa del Cilento.Il Palinuro è costituito da ben otto diversi edifici vulcanici allineati in direzione Est-Ovest e presenta una saltuaria attività sismica.

Anche il Vavilov è caratterizzato da notevoli dimensioni, ma è ritenuto un vulcano spento, anche se qualche geologo nutre qualche dubbio in proposito.In effetti lo studio ed il monitoraggio dei vulcani sottomarini presenta notevoli difficoltà e, di quelli che non abbiamo menzionato, si sa ancora di meno. Nel Canale di Sicilia merita attenzione il vulcano sottomarino Empedocle, una cui eruzione, generò la nascita della famosa isola Ferdinandea che rimase emersa dal 1831 al 1832.Si tratta di un gigantesco vulcano sottomarino situato a quaranta chilometri dalla costa di Agrigento e a 400 metri di profondità con dimensioni paragonabili a quelle dell’Etna ed una forma a ferro di cavallo.Uno tsunami generato da una sua eventuale eruzione raggiungerebbe le coste siciliane in soli 13 minuti !Pare che questo vulcano sia stato il responsabile di uno tsunami che, nel 365 dopo Cristo, devastò la costa meridionale della Sicilia. Il quadro dei vulcani sottomarini italiani è stato ampliato con la scoperta nel 2016 di sei bocche vulcaniche nel golfo di Napoli, nel settore di mare antistante il Vesuvio, localizzate a una distanza inferiore a 3 km dalla costa nel tratto compreso tra Torre Annunziata ed Ercolano.

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Giuseppe Muri

Giornalista pubblicista dagli Anni Ottanta, si occupa di cronaca e di costume. Ha lavorato per un lungo periodo nelle redazioni di testate locali piemontesi. Appassionato di storia, ha svolto alcune inchieste legate a fatti importanti che hanno caratterizzato il Novecento italiano.

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