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Il dirottamento dell’Achille Lauro e la crisi diplomatica con gli Usa

Il nome in origine del transatlantico era Willem Ruys, inaugurato nel 1947, successivamente trasformato in Achille Lauro, nome dell’armatore italiano che lo acquistò negli Anni Sessanta. Il sogno era quello di trasformarlo in nave da crociera, come accadde. Non avrebbe potuto immaginare che sarebbe stata ricordata nella storia come la nave del dirottamento del 7 ottobre 1985, terminando la sua “avventura” nel 1994, quando naufragò per un incendio, l’ennesimo, al largo della costa somala: fu così sommersa su un fondale di 5mila metri. Il sequestro di nove anni prima fu un atto terroristico in cui un gruppo di terroristi palestinesi prese come ostaggi alcuni passeggeri della nave da crociera battente bandiera italiana, uccidendo Leon Klinghoffer, cittadino statunitense paralitico e di fede ebraica.

Ricostruita e modernizzata nei Cantieri del Tirreno di Palermo, la nave da crociera subì diversi incendi fino a quando s’inabissò, ma l’incidente più drammatico, quello del 1985 nel Mediterraneo, al largo dell’Egitto, fu un vero dirottamento da parte del Fronte per la Liberazione della Palestina. I passeggeri a bordo e gli uomini dell’equipaggio erano oltre 400. In un primo momento sembrò che le trattative fossero andate a buon fine, ma in seguito si scoprì dell’omicidio di Leon Klinghoffer, vicenda che provocò la reazione degli Stati Uniti.

Il dirottamento, durante il quale intervennero la Cia e il Sismi, sfociò nella più grave crisi diplomatica – la crisi di Sigonella – del secondo dopoguerra tra l’Italia e gli Stati Uniti, in quanto avvenne una rottura politica tra il presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi e il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan circa la sorte dei sequestratori dell’Achille Lauro. I Paesi aderenti all’Organizzazione marittima internazionale intavolarono trattative che portarono all’adozione della “Convenzione di Roma”, volta a prevenire e punire atti di terrorismo in mare, nota come “Convenzione per la repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima”, ma anche come “SUA Convention”, entrata in vigore nel 1992.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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