In silenzio, senza clamore, ma con disciplina, coraggio e dedizione, il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana ha attraversato oltre un secolo di storia nazionale, partecipando attivamente ad ogni grande emergenza del nostro Paese e non solo. Nella sua unicità, è un’istituzione che incarna il perfetto equilibrio tra spirito militare e missione umanitaria, tra ordine e compassione.
Fondato ufficialmente nel 1866, durante la Terza Guerra d’Indipendenza, il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana nasce per fornire assistenza sanitaria ai feriti in battaglia, nel rispetto dei princìpi della Convenzione di Ginevra. Fin dagli inizi, si pone come ponte tra il mondo militare e quello civile, offrendo un servizio essenziale: soccorrere, salvare, curare, senza distinzione di bandiera.
Da allora, ha accompagnato tutte le vicende fondamentali della storia italiana: le due guerre mondiali, le missioni internazionali di pace, le catastrofi naturali, le crisi sanitarie. Sempre pronto ad intervenire, con una struttura organizzata, personale formato ed un’etica incrollabile.
Il Corpo Militare è un corpo ausiliario delle Forze Armate, ma con una funzione ben distinta: la sanità militare. I suoi membri — ufficiali, sottufficiali, e militi volontari — non sono militari di carriera, ma professionisti della sanità e del diritto internazionale umanitario. Sono medici, infermieri, farmacisti, commissari e logisti, che mettono le proprie competenze al servizio dell’emergenza e della Patria.
Durante le missioni all’estero, come in Afghanistan, Kosovo, Libano o Iraq, il Corpo Militare della CRI ha garantito assistenza sanitaria alle truppe, ma anche alla popolazione civile, diventando spesso un punto di riferimento umano e professionale in contesti fragili e drammatici.
L’importanza del Corpo Militare CRI non si esaurisce nel contesto bellico. Anzi, nei decenni più recenti ha saputo reinventarsi e rendersi insostituibile anche in tempo di pace. Interventi durante i terremoti dell’Irpinia, del Friuli, dell’Aquila, di Amatrice; la gestione sanitaria nei grandi eventi nazionali; l’assistenza ai migranti; la lotta contro il COVID-19 — ovunque ci sia stato bisogno, il Corpo Militare c’era.
In questi scenari ha dimostrato ancora una volta la sua forza: non solo tecnica e logistica, ma morale. L’uniforme del Corpo Militare è un simbolo di affidabilità, di cura e di rispetto dei più deboli.
Oggi il Corpo Militare continua ad operare con lo stesso spirito che lo animava nel XIX secolo, ma con strumenti moderni e tecnologie avanzate. La formazione è continua, l’interoperabilità con le Forze Armate e con la Protezione Civile è sempre più raffinata, e l’apertura verso le nuove generazioni assicura un ricambio motivato e competente.
Ma ciò che resta immutato è l’identità profonda di questo Corpo: servire senza discriminazione, curare senza giudicare, intervenire senza esitazione. È questa l’eredità più alta della Croce Rossa, e il Corpo Militare ne è uno dei volti più nobili e meno celebrati. Riprendendo il motto del Corpo è proprio il caso di dire “Inter arma caritas”.
In un tempo in cui si discute molto di valori e di identità, il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana rappresenta un esempio concreto e tangibile di cosa significhi davvero mettersi al servizio degli altri, in armi ma senza odio, con rigore ma senza tralasciare l’umanità. Onorarlo non è solo un atto di riconoscimento: è un dovere verso chi ha scelto di proteggere la vita, ovunque essa sia in pericolo.