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Il Nobel per la pace Murad: l’Italia aiuti il popolo Yazidi

ROMA. “Sono qui per chiedere la Governo italiano di aiutare gli yazidi a combattere l’emergenza sanitaria nei campi profughi dove si trova ora il mio popolo e di sostenerci nella ricostruzione della nostra terra, affinché possiamo tornare a viverci”. Sono le parole del Nobel per pace Nadia Murad prima di entrare in audizione in commissione Diritti umani di Palazzo Madama.

La popolazione yazida, nonostante le ripetute persecuzioni subite in epoca moderna ma anche in passato, è riuscita a mantenere viva la propria etnia nel territorio di Shengal dove è situata anche l’omonima “montagna sacra”, nella regione di Sheikhan solcata dal corso del fiume Tigri, che scorre in direzione Nord/Sud Ovest, segnando anche una diversità geomorfologica del paesaggio: da una parte la pianura alluvionale dall’altra le alte montagne che separano l’Iraq dalla Turchia e dall’Iran. Proprio il leggendario fiume, nelle cui vallate è nata la civiltà occidentale, è stato il fulcro dell’esistenza di questo popolo.

Oggi, nonostante qui abbiano subito esecuzioni di massa e siano stati costretti a sopravvivere oppressi da una crudele sofferenza psicologica permanente, in questo luogo gli yazidi vogliono continuare a esistere

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