• DAL MONDO

Il “paradiso bolivariano” segna la fine di Morales

LA PAZ. Si sta lentamente ma inesorabilmente sgretolando quello che per anni è stato definito “il paradiso bolivariano”. Dopo i gravi dissordini ed il dissenso popolare zittito con la repressione in Venezuela è fragorosamente caduto Morales, il pittoresco presidente indio, che aveva acceso simpatie un po ovunque. Tranne che in Bolivia. L’onda lunga della sinistra socialcomunista corrotta è arrivata dal Brasile con l’arresto dell’ex presidente Lula e il tonfo della sua “delfina” Roussef.

Non qualcosa ma molto sta cambiando in America latina, popoli che non credono più in nomenclature maestre di slogan ma incapaci di rispondere ai bisogni del popolo. Luis Fernando Camacho, leader indiscusso del movimento dei comitati civici che ha portato alle dimissioni del presidente della Bolivia, ha sostenuto: “E’ confermato! Esiste un ordine di cattura per Evo Morales!”.
    Camacho, presidente del ‘Comité pro Santa Cruz’, ha aggiunto che “la polizia ed i militari lo stanno cercando nel Chapare, luogo dove si è nascosto”. “I militari – ha infine detto – gli hanno tolto l’aereo presidenziale e lui è nascosto nel Chapare, e lo cercano! Giustizia!”.  Morales ha assicurato che “in futuro” risiederà “nella zona tropicale di Cochabamba”, dove iniziò la sua carriera politica, mettendo fine così ad una serie di congetture sulla sua possibile fuga dal Paese.

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