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Il risveglio tardivo e colpevole dei sindacati che ora chiedono di fare fronte

Un risveglio davvero tardivo mosso forse più dal timore di perdere ancora iscritti, dopo averne già persi una marea… ha smosso le segreterie di CGIL, CISL e UIL la famosa “triplice” degli anni dell’unità sindacale. Non c’è un minuto da perdere”. Per contrastare il declino nell’area metropolitana di Torino ed evitare che nei prossimi mesi perdano il lavoro altri 30.000 piemontesi “serve un patto sociale per la ripartenza, coraggioso e capace di portare investimenti in tutti i settori in crisi”

É il messaggio della manifestazione unitaria organizzata oggi a Torino a cui hanno partecipato i segretari cittadini di Cgil, Cisl e Uil, Enrica Valfre’, Domenico Lo Bianco e Gianni Cortese. In prima fila anche l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, Mino Giachino di Sì Tav Si’ Lavoro e l’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Torino, Marco Giusta.

Siamo davanti ad una vera emergenza lavoro – ha detto Valfre’ – occorre che tutti si mettano intorno ad un tavolo per studiare strategie concrete. Nessuno si può più tirare indietro. Non un solo euro europeo va sprecato. La pandemia ha stravolto il mondo del lavoro”. 

Per affrontare questa crisi occorre stabilità politica e unità di intenti – ha aggiunto Lo Bianco – serve un’alleanza programmatica con tutte le forze istituzionali. Abbiamo visto troppe passerelle nelle fabbriche e nelle piazze che non hanno portato a nulla. Occorre concretezza“.  

Dopo l’emergenza sanitaria siamo in emergenza economica e sociale – ha concluso Cortese – nei primi sei mesi di quest’anno mancano all’appello 92.000 posti di lavoro tra contratti stagionali non rinnovati e sostituzioni. La rinascita passa attraverso l’uso mirato dei fondi europei, un treno che non tornerà più“.

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