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In Appello, per il ginecologo Antinori condanna a 7 anni e 10 mesi

MILANO. Severino Antinori, il ginecologo imputato a Milano per la presunta “rapina” di ovuli a una infermiera spagnola, avvenuta alla clinica Matris tre anni fa, è stato condannato a 7 anni e 10 mesi in secondo grado, otto mesi in più rispetto al processo in Tribuinale. Lo ha deciso la Corte d’Appello che ha inoltre accolto l’istanza di patteggiamento concordato con la Procura generale della segretaria del medico Bruna Balduzzi dell’anestesista Antonino Marcianò per entrambi a due anni con pena sospesa.

La Corte d’appello milanese ha ritenuto il medico, discusso “pioniere” della fecondazione assistita, responsabile di avere prelevato, nell’aprile 2016, i gameti a una ragazza di 23 anni che aveva denunciato di essere stata immobilizzata, sedata e poi costretta a subire l’intervento. Ma a differenza del primo grado, la Corte d’appello ha anche riconosciuto ad Antinori la rapina del telefonino della giovane, aumentandogli di fatto la pena. Per Antinori il pg aveva chiesto addirittura 9 anni di reclusione.

I difensori di Antinori, gli avvocati Gabriele Maria Vitiello, Tommaso Pietrocarlo e Carlo Taormina hanno già preannunciato di voler impugnare la sentenza. “Siamo convinti della sua assoluta innocenza – hanno commentato dopo la sentenza -. Aspettiamo le motivazioni per poter ricorrere in Cassazione”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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