• DAL MONDO

In Kosovo si torna a votare auspicando un’apertura verso Belgrado

PRISTINA. Finita la lunga stagione dell’odio, del sangue e della guerra il Kosovo si avvia verso una “normalizzazione” almeno, questa è la speranza di molti. Si sono aperti in Kosovo i seggi per le elezioni parlamentari anticipate, una consultazione ritenuta cruciale per le prospettive di ripresa del dialogo con Belgrado. Si spera infatti che un nuovo governo a Pristina decida di abolire i dazi doganali maggiorati del 100% imposti sull’import dalla Serbia, che hanno causato l’interruzione del negoziato. I sondaggi danno in vantaggio i partiti di opposizione, con in testa la Lega democratica del Kosovo (Ldk, centrodestra), accreditata di oltre il 23%, e il movimento nazionalista ‘Autodeterminazione’ con quasi il 18%. Il volto nuovo potrebbe essere Vjosa Osmani, candidata premier dell’Ldk, che in molti indicano come possibile prima donna a guidare un governo a Pristina.

Il Kosovo ha proclamato l’indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008, ed è stato riconosciuto da Usa, Italia e dalle altre maggiori potenze occidentali, ma Belgrado si rifiuta di riconoscerlo, appoggiata da Russia e Cina. In un comunicato diffuso dai media, Thaci ha incaricato la commissione elettorale di provvedere a tutte le azioni e passi necessari all’organizzazione e allo svolgimento delle operazioni di voto. L’elezione anticipata è stata resa necessaria dallo scioglimento delle camere dopo le dimissioni lo scorso 19 luglio del premier Ramush Haradinaj, che ha lasciato l’incarico subito dopo essere stato convocato dal Tribunale speciale internazionale per i crimini commessi durante la ribellione del 1998-1999 contro la Serbia e negli anni successivi. Haradinaj era stato sentito come sospetto dai giudici dell’Aja il 24 luglio.


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